MARIO CONSANI
Cronaca

Omicidio di via Brioschi, date l’ergastolo al killer di Jessica

Richiesta del pm per il tranviere che uccise la ragazza con 85 coltellate dopo un rifiuto

Jessica Faoro

Milano, 1 dicembre 2018 - «Ergastolo». La pubblica accusa vuole il carcere a vita per Alessandro Garlaschi, il tranviere quarantenne che lo scorso febbraio massacrò con 85 coltellate Jessica Valentina Faoro, una ragazza di nemmeno vent’anni che ospitava in casa sua in via Brioschi, in cambio di lavori domestici.

Nemmeno ieri Garlaschi si è presentato in aula davanti al giudice Alessandra Cecchelli che deciderà la sua sorte tra due settimane. La pm Cristiana Roveda ha chiesto per l’imputato anche l’isolamento diurno legato al secondo reato contestato, il vilipendio di cadavere per il tentativo fallito di distruggere il corpo. In questo modo, anche tenendo conto dello sconto automatico sulla pena legato alla scelta del rito abbreviato, un verdetto di ergastolo sarebbe possibile. L’avvocato Francesca Santini, che difende l’assassino reo confesso, ha sostenuto invece la totale incapacità di intendere e di volere di Garlaschi al momento dei fatti, anche se il giudice le aveva negato nella precedente udienza la nomina di un perito che avrebbe dovuto indagare su questo. In subordine, la difesa ha chiesto venga riconosciuto almeno il vizio parziale di mente, sulla base di una consulenza di parte che attesta un «disturbo del sé passivo depressivo». Stando al legale, l’assenza in aula di Garlaschi sarebbe dipesa da una crisi avuta il giorno precedente, avendo lui «completamente rimosso il gesto che ha compiuto» e non capendo la gravità della sua situazione. «Qui troppe persone sapevano e non hanno fatto nulla», ha commentato il difensore uscendo dall’udienza e ricordando che la ragazza non era stata più seguita dai servizi sociali al compimento dei 18 anni di età, nonostante la sua vita piena di problemi.

È emerso che nel corso del processo il tranviere ha inviato cinque lettere ai familiari di Jessica in cui però, stando all’avvocato Eliana Capizzi, legale della madre della ragazza Annamaria Natella, «non ha mostrato alcun segno di pentimento». A titolo di risarcimento per la mamma, il legale ha chiesto 500mila euro, mentre il fratello di Jessica da poco maggiorenne, assistito dall’avvocato Veronica Villani, ha concluso per una provvisionale di 100mila euro. Stefano Faoro, il papà anche lui costituitosi parte civile, su questo si è rimesso alla decisione del giudice Cecchelli. Stando alle indagini, Jessica è stata uccisa brutalmente dall’uomo che ha poi bruciato una parte del suo corpo. Fino ai 18 anni, la ragazza aveva vissuto in comunità dopo essere stata tolta ai genitori quando ancora era una bambina. La sera in cui è stata uccisa avrebbe rifiutato le avance del tranviere, ferendolo anche lievemente con un coltello e scatenando la sua furia omicida. Garlaschi ha negato qualsiasi approccio di tipo sessuale giurando di ricordare solo di aver colpito Jessica con tre coltellate leggere e poi il «buio».