Restano a San Vittore i due presunti killer di Giuseppe Giuliano, l’imprenditore di 64 anni assassinato a colpi di pistola la mattina del 25 febbraio 2019 a Basiglio. Dopo gli interrogatori di venerdì, il gip Cristian Mariani ha convalidato i provvedimenti di fermo di indiziato di delitto eseguiti nella notte tra mercoledì e giovedì dai carabinieri del Nucleo investigativo di Milano e disposto la misura cautelare della custodia in carcere per il settantaquattrenne Francesco Romeo, colui che avrebbe sparato a Giuliano, e per il complice sessantunenne Davide Milazzo, che avrebbe fatto da autista, entrambi residenti a Rozzano.
A dare l’accelerazione decisiva a un’indagine che pareva destinata a diventare un cold case senza soluzione sono state mercoledì sera le dichiarazioni spontanee di Milazzo alias “Cipolla”, che, convocato in caserma per un’altra inchiesta, ha deciso di raccontare le fasi preparatorie e le modalità del raid killer: "Ha sparato Francesco Romeo, ha sparato due o tre volte. Giuliano era al telefono, non si è accorto di nulla". Il sessantunenne ha anche messo a verbale un possibile movente: Romeo alias “Franco il Catanese” avrebbe ucciso Giuliano perché quest’ultimo si era rifiutato di partecipare a un affare legato a una partita di pellicce rubate da Romeo. "Francesco se ne voleva liberare per 30-40mila euro – ha spiegato Milazzo –. Giuliano ha detto di no e lui si è vendicato". Non solo. Il sessantunenne ha anche raccontato dei sopralluoghi effettuati nei giorni precedenti nell’area di Cascina Vione, teatro del raid omicida andato in scena tra le 7.24 e le 7.26 del 25 febbraio 2019, sia con la Twingo rossa rubata otto mesi prima a Pieve Emanuele (la stessa usata dagli assassini il giorno dell’omicidio) sia con la Punto bianca da lui acquistata qualche giorno prima. Di quei sopralluoghi, i militari del Nucleo investigativo, coordinati dai pm Silvia Bonardi e Rosaria Stagnaro e guidati dal colonnello Antonio Coppola, hanno trovato ampie tracce nelle telecamere e nei contatarghe della zona, ricostruendo minuto per minuto gli spostamenti che hanno preceduto l’agguato.
Nel 2021, la Procura aveva chiesto l’archiviazione dell’inchiesta, non ravvisando evidentemente solidi indizi di colpevolezza, ma i familiari di Giuliano si erano opposti. E il gip aveva respinto l’istanza dei pm, disponendo ulteriori approfondimenti su Milazzo, già emerso come colui che aveva pedinato l’imprenditore nativo di Acerra per diversi giorni.