Un po’ gioco urbano con una serie di istruzioni che portano i partecipanti a scontrarsi, riflettere e superare gli ostacoli disseminati lungo lo spazio pubblico, passando per porte chiuse, attraversando buchi, recinzioni e superando cancelli. Un po’ spettacolo itinerante tra performers e danzatori, per riflettere su queste infrastrutture che dividono. Oggi e domani a Baranzate, il Comune alle porte di Milano più multietnico d’Italia, arriva "Ti voglio un bene pubblico", ideato dall’artista e coreografa Elisabetta Consonni e realizzato grazie al progetto "Abitare, Condividere, Conoscere: una Comunità, tante culture", finanziato da Fondazione Cariplo. "Tutto ciò che ci circonda è fatto di muri, cancelli chiusi e recinzioni, comprenderne il significato apre un approccio critico verso l’organizzazione dello spazio - spiega l’artista -. “Ti voglio un bene pubblico” gioca con le relazioni che lo spazio urbano permette, questiona l’accessibilità a spazi chiusi e si interroga sulla dimensione degli spazi pubblici.
L’ossimoro sta nell’usare questi elementi per giocare, cooperando e per concludere un percorso specifico tra le vie della città". A metà tra caccia al tesoro, escape room e spettacolo itinerante, oggi e domani, porterà i partecipanti delle due squadre a vivere in modo differente alcuni spazi della città di Baranzate. Come funziona? I partecipanti, inizialmente “intrappolati” in uno spazio pubblico chiuso, devono trovare le chiavi per uscire. Saranno divisi in due squadre, con indizi diversi su percorsi altrettanto diversi ma paralleli, si incontrano in diversi punti ma sempre separati da un elemento architettonico di divisione. Troveranno ulteriori indizi per continuare ma saranno sempre indizi per la squadra avversaria. Il tipo di elemento architettonico di divisione suggerirà loro la modalità per passare l’indizio alla squadra opposta. "In questo modo la tendenza alla competizione, tipica di un gioco, ha bisogno anche della cooperazione - aggiunge Consonni -. Vorranno competere con la squadra avversaria ma si troveranno sempre nella posizione di dover cooperare con quelli dall’altra parte del muro, aspettarli, suggerire soluzioni e ricevere suggerimenti, insomma tentare una comunicazione nonostante la barriera".
Ro.Ramp.