Olimpiadi, ok al decreto: "Ora corriamo sulle opere". Il Pd: scarsa trasparenza

Il centrosinistra si astiene. La maggioranza all’attacco: dicono di no a tutto. Anas soggetto attuatore. Ecco la governance di Infrastrutture Milano-Cortina.

Olimpiadi, ok al decreto: "Ora corriamo sulle opere". Il Pd: scarsa trasparenza

Olimpiadi, ok al decreto: "Ora corriamo sulle opere". Il Pd: scarsa trasparenza

Semaforo verde del Senato per il decreto Milano-Cortina, che definisce la governance e gli interventi di competenza della società Infrastrutture Milano Cortina 2020-2026 per preparare le Olimpiadi e le Paralimpiadi. Sul tavolo investimenti per quasi quattro miliardi di euro. Incassato l’ok dell’aula di Palazzo Madama con 81 voti favorevoli (Fdi, Fi e Lega), 20 contrari (Avs e M5S) e 31 astenuti (Pd, Iv e Az), il testo passa ora all’esame della Camera per essere convertito in legge entro il 5 aprile. Le norme introdotte hanno l’obiettivo di "consentire il completamento in tempi certi delle opere necessarie allo svolgimento dei Giochi", grazie alla revisione complessiva delle attribuzioni commissariali. La società Anas è stata individuata come soggetto attuatore e subentra nei rapporti giuridici, nonché nei procedimenti amministrativi pendenti, per una serie di interventi.

Si va dall’allargamento di alcuni tratti della SS 38 (Passo dello Stelvio); all’adeguamento a tre corsie del Ponte Manzoni a Lecco sulla statale 36; sempre sulla statale 36 il consolidamento della galleria Monte Piazzo. Poi la messa in sicurezza della tratta Giussano-Civate. Con il quadro di revisione della governance sarà possibile procedere all’esecuzione delle opere in tempi rapidi e senza l’espletamento di ulteriori procedure di evidenza pubblica. Per quanto riguarda la società Infrastrutture Milano Cortina, si prevede che l’organo di amministrazione sia composto da cinque membri, dei quali tre (il presidente, l’ad e un consigliere con attribuzioni in materia di monitoraggio e coordinamento delle attività di internal auditing e rendicontazione) designati dal Governo, uno designato dalla Regione Lombardia e uno designato congiuntamente dalla Regione Veneto e dalle Province autonome di Trento e di Bolzano. L’astensione del Pd, ha spiegato il senatore Antonio Misiani, è motivata dalla "preoccupazione per la trasparenza sulle procedure di affidamento e per l’impatto ambientale". Una posizione attaccata da Licia Ronzulli (Fi), che parla di "sinistra del no tutto". Si è astenuta anche Italia Viva esprimendo "grandi perplessità" sul decreto: "Mancano 687 giorni all’inaugurazione e siamo ancora molto indietro". Fratelli d’Italia, con Giorgio Salvitti, parla invece di una "fondamentale opportunità".