AN. GI.
Cronaca

Olimpiadi, appalti opachi. Nel mirino gli ex manager che gestivano il digitale. L’ombra delle mazzette

"Denaro e altre utilità", come una Smart, nell’indagine della Finanza. L’ipotesi di reato è "corruzione e turbativa d’asta" per i tre indagati. .

Il logo delle Olimpiadi di Milano-Cortina

Il logo delle Olimpiadi di Milano-Cortina

Milano – La finanza nella sede della Fondazione del comitato organizzatore delle Olimpiadi invernali, della società umbra Vetrya, poi in Quibyt, e Deloitte. L’ipotesi della procura è quella di "corruzione e turbativa d’asta" per l’ex amministratore delegato della stessa Fondazione Vincenzo Novari, l’ex dirigente Massimiliano Zuco e il rappresentante legale delle due società con sede a Orvieto Luca Tomassini. "L’indagine non è mai motivo di soddisfazione e orgoglio, ma nemmeno di preoccupazione" ha sottolineato il ministro dello Sport Andrea Abodi, mentre il Pd chiede al governo di riferire in Parlamento.

"C’è la massima disponibilità nel fornire tutte le carte - ha aggiunto il presidente del Coni e della Fondazione Milano-Cortina Giovanni Malagò - ma penso che ancora una volta lo sport in termini di immagine sia vittima di tutto questo". L’inchiesta di ieri è nata da quella sui servizi di telefonia (giochi oroscopi, gossip) che venivano dati con un sovrapprezzo di qualche centesimo a ignari consumatori, per la quale 27 persone, tra cui appunto Tomassini e altri ex manager di WindTre, furono rinviati a giudizio. Secondo la ricostruzione, per "favorire l’affidamento delle gare relative al cosiddetto ecosistema digitale" alla Vetrya, l’ex ad e l’ex dirigente avrebbero ricevuto "somme di denaro e altre utilità, come la Smart" in uso a Zuco, pagata "direttamente da Tomassini tramite Vetrya fin dal novembre 2019", per via delle sue "cortesie", si legge nei messaggi WhatsApp acquisiti.

Nel decreto di perquisizione, che descrive anche quello che sembra un tentativo di pilotare la scelta del logo della manifestazione, si ricostruisce quanto è venuto a galla nei primi accertamenti e che ora sarà sviluppato con l’analisi del materiale raccolto, compresi i flussi finanziari degli indagati. Oltre al denaro, tra le "utilità" in cambio dei 3 affidamenti per un valore di quasi un milione e 900 mila euro, vinti anche da Quibyt (la srl creata sempre da Tomassini e subentrata nel novembre a Vetrya finita in liquidazione), gli inquirenti indicano pure i posti di lavoro.

Da un lato, l’assunzione in Fondazione di "personale dipendente che (...) appare come parte di una cerchia di soggetti conosciuti da Novari", nominato nel 2019 (e Ad fino al 2022) con il via libera dell’allora ministro Vincenzo Spadafora, "nell’ambito di suoi precedenti incarichi dirigenziali in H3G". Dall’altro, l’intervento di Tomassini su Novari per "consentire" la nomina nel "comitato organizzatore" di Zuco come "direttore tecnico dei servizi digitali", con un "compenso complessivo" che oltrepassa gli 857mila euro tra il 2020 e il 2022 e "con assegnazione" dell’auto acquistata dalla società umbra. Per lui, inoltre, si cerca "di avere un importo" da trasferirgli, come si legge in una mail interna, in quanto, scrivono i pm, "era sempre attivo in interlocuzioni con l’imprenditore che lo avrebbe piazzato, in palese violazione degli elementari criteri di trasparenza e imparzialità nell’aggiudicazione di gare pubbliche".

A testimonianza di un "contesto di opacità" ci sarebbero anche gli "interessi di carattere personale di Zuco, non altrimenti giustificabili nell’esercizio delle sue funzioni all’interno di Fondazione". Avrebbe infatti insistito "con Tomassini affinché uno dei due loghi di Milano-Cortina 2026, oggetto di un televoto pubblico gestito - a livello tecnologico - sempre da Vetrya, avesse la meglio sull’altro". Con l’operazione di ieri pm e Fiamme Gialle hanno intenzione di fare verifiche anche sulle "procedure adottate per la scelta dei fornitori e degli sponsor tecnologici nonché per l’assunzione di dipendenti della Fondazione". Tra questi anche Deloitte (non indagata), subentrata come sponsor tecnico per contribuire a migliorare e proteggere l’ecosistema digitale del Cio.