Racket degli alloggi, i residenti: niente ferie o ci occupano la casa

A Milano vacanze a turno per evitare brutte sorprese. E c’è chi sfonda col piccone

Uno sgombero

Uno sgombero

Milano, 13 maggio 2018 - Un anno fa esatto erano finiti in carcere in cinque, per associazione a delinquere finalizzata al reato di occupazione abusiva di alloggi destinati ad uso pubblico. Egiziani, tra i 23 e i 36 anni, avevano messo in piedi una sorta di «agenzia immobiliare clandestina» vendendo case popolari sfitte nel quartiere di San Siro a Milano. Ognuno aveva il suo compito: chi sfondava, chi metteva a posto gli arredi, chi si preoccupava di allacciamenti a gas e corrente. Un business che fruttava da 400 a 4mila euro per ogni alloggio. Ora, com’è la situazione? «Ancora invivibile», raccontano gli abitanti del quartiere. Quelli regolari, s’intende. Che tutte le sere, o quasi, devono tenere gli occhi aperti e le orecchie drizzate. Tra i più esasperati c’è un cinquantenne che chiede l’anonimato «perché – racconta – sono già stato minacciato di morte. Su quattro alloggi affacciati sul pianerottolo, il mio è l’unico abitato; gli altri tre vengono presi di mira di continuo». L’ultima volta è successo giovedì notte: «Ho visto quattro persone incappucciate. Ne ho riconosciuta una: un egiziano della “cricca del racket”. Con spranghe e piedi di porco hanno forzato la porta di un alloggio e spaccato il muro, fino a creare un’apertura. Poi hanno fatto accomodare tre donne rom, tra cui una incinta e un bambino. Io e altri inquilini abbiamo lanciato l’allarme, finché sono intervenuti un ispettore Aler e la polizia. Poi le occupanti sono state allontanate e l’alloggio è stato messo in sicurezza. Ma quanto durerà? Al mese, conto almeno dieci tentativi di intrusione. Ho chiesto un cambio di alloggio, vorrei andare in un altro quartiere».

E come ogni anno, alle porte dell’estate, decine di cittadini interpellati sottolineano che non andranno in vacanza per timore di ritrovarsi la casa occupata. «Vivo qui da 6 anni. Non sono mai andato fuori Milano», sottolinea il cinquantenne. «Invece io e mia moglie – spiega Enrico Ferrari, ultrasettantenne – lasciamo sempre in casa qualcuno di fidato». Come sarebbe finita, l’altra sera, se le donne occupanti non fossero uscite dall’alloggio? «Chi manovra il racket manda avanti donne con bambini per abbassare le probabilità di sgombero immediato. E siamo convinti che, come è successo altrove, in due giorni la casa sarebbe stata “comprata” da un’altra famiglia».

Sono tutte segnalazioni preziose, soprattutto per chi cerca di eliminare il fenomeno. Gli agenti del commissariato Bonola, guidati dal vicequestore aggiunto Giuseppe Petralito, sono impegnati a monitorare la situazione dal 2015. Erano stati loro a individuare e arrestare il gruppo degli egiziani. «Ora – è l’appello degli abitanti – chiediamo altri controlli a tappeto».

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