Occupazione Setti Carraro, il consiglio d’Istituto vara le punizioni: sospensione o letture aggiuntive sul tema della libertà

Milano, gli studenti che hanno occupato l’educandato potranno scegliere tra la sospensione e la lettura di alcuni titoli scelti, tra questi “On liberty“ di John Stuart Mill

Occupazione Setti Carraro e Manzoni

Occupazione Setti Carraro e Manzoni

Da due a quattro giorni di sospensione per avere occupato l’educandato Setti Carraro: così ha deciso il consiglio d’istituto. Che ha però offerto agli alunni coinvolti - tra i 30 e i 40 - un’alternativa: "Potranno frequentare le lezioni senza perdere alcun giorno di scuola se accetteranno di svolgere un lavoro aggiuntivo sul tema della libertà e dei suoi limiti", spiega il rettore Giorgio Ragusa. Sono stati già assegnati titoli da leggere. Uno su tutti: “On liberty“ di John Stuart Mill, saggio pubblicato nel 1859. "La libertà dell’individuo va limitata esattamente nella misura in cui può diventare una minaccia a quella degli altri". Settimana prossima si saprà chi accetterà o meno lo scambio.

Venerdì il collettivo A112 ha organizzato un’assemblea nel parco della Guastalla per capire come muoversi dopo le maxi convocazioni degli studenti occupanti, parlando di "repressione senza controllo". In risposta all’occupazione e alle barricate con sedie, banchi, armadi e catene (spezzate da un prof) per rendere un piano inaccessibile alle lezioni, erano già state sospese le gite. "Siamo stati descritti come ingrati, studenti che non sanno riconoscere ed apprezzare gli sforzi e i sacrifici fatti dal collegio docenti", hanno scritto nel comunicato di fine occupazione rivendicando che "è ormai risaputo che la maggioranza degli studenti prova stress, ansia, demoralizzazione per come il sistema scolastico si rispecchia nelle mura della Setti. Vedere intere classi assentarsi, entrare più tardi a lezione, addormentarsi sul banco, innervosirsi per “i minimi dettagli”, scontrarsi ripetutamente con i prof, perdere la concentrazione, desiderare un prospetto scolastico più vivibile, non dovrebbe mai essere motivo di sdegno od offesa per un insegnante, ragione per arrabbiarsi con lo studente o limitare ancor di più i loro diritti".

Anche al Caravaggio, altra scuola occupata quest’anno, erano scattate ammonizioni per una quarantina di studenti, trasformate poi in compiti educativi e lavori socialmente utili. Il collettivo aveva trovato "inaccettabili" le punizioni "dopo avere manifestato un disagio che ci accomuna". Ma chiudeva il comunicato così: "Siamo contenti di poter osservare che alcuni professori hanno dimostrato di avere colto e compreso parte del nostro messaggio di protesta tanto da assegnarci compiti che prevedevano un vero dialogo e un diretto coinvolgimento da parte di loro stessi".

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