
Sono riusciti a spacciare fino a 500 dosi di cocaina al giorno che avrebbero cucinato in casa per poi...
Sono riusciti a spacciare fino a 500 dosi di cocaina al giorno che avrebbero cucinato in casa per poi rifornire la zona sud di Milano. In poco meno di tre mesi hanno smerciato 25 mila bustine di polvere bianca, pari a 6,5 chili, con un incasso da quasi 310mila euro. Per questo in nove sono stati condannati, con rito abbreviato, a pene che vanno dai 3 anni e 4 mesi ai 13 anni e 10 mesi e 26 giorni. Arrestati a marzo in una indagine coordinata dalla pm Francesca Crupi, i membri della banda criminale in tempi rapidi sono stati processati. Il gup Tommaso Perna, che ha condiviso l’impostazione del pubblico ministero, a cinque imputati, tra cui uno dei promotori, un 26enne italiano difeso dall’avvocato Amedeo Rizza, ha inflitto pene che vanno dai 7 anni e 3 mesi agli 8 anni e un mese. Il capo, 33enne nato in Albania, è quello che ha avuto la pena più alta. Sarebbe stato lui che in "maniera sistematica", si legge nel capo di imputazione, cioè ogni due giorni, si recava a Rozzano, nell’hinterland milanese, per procurarsi ogni volta un etto e mezzo di cocaina purissima da persone fidate.
Sempre lui avrebbe cucinato la droga in un appartamento di un complice, in genere tagliava la sostanza a casa di un pluripregiudicato italiano di 57 anni, poi la droga veniva distribuita da un un connazionale ai vari pusher. I "cavallini", la piazzavano sul mercato e le dosi in poche ore andavano "sold out". L’inchiesta degli agenti del commissariato Scalo Romana ha preso il via in seguito all’arresto, nel marzo 2021, di un 17enne ed è riuscita a ricostruire l’attività dell’organizzazione criminale dal Natale successivo e fino alla metà di marzo 2022.