Nuovo stadio, si muove il comitato: "Salvate San Siro o daremo battaglia"

Il movimento contro l’abbattimento dello stadio prepara i ricorsi: riqualificare San Siro costa meno

Il movimento contro l'abbattimento dello stadio San Siro

Il movimento contro l'abbattimento dello stadio San Siro

"Il punto fermo deve essere la conservazione del Meazza. Dobbiamo crescere nel consenso: abbiamo 393 adesioni formali al comitato, più il popolo dei social. Chiediamo che il Consiglio comunale si esprima su una delibera presentata furbescamente dopo le elezioni e che il sindaco motivi in Consiglio l’interesse pubblico di questa operazione. Soprattutto: noi inviteremo Sala e i consiglieri a una nostra assemblea pubblica. Per il resto, siamo aperti a ogni strada. A un ricorso al Tar o alla Corte dei conti per danno erariale, e non è escluso si arrivi a un referendum abrogativo o consultivo".

I primi applausi all’assemblea del movimento "Sì Meazza" che si batte per tenere in vita lo stadio di San Siro e per una sua riqualificazione, remando contro la costruzione di un Meazza bis proposto da Milan e Inter, ieri mattina al teatro Puccini erano tutti per Luigi Corbani, ex vicesindaco di Milano dal 1987 al 1990 che guida il gruppo composto da singoli cittadini e associazioni. In platea, 150 persone tra cui Bruno Tabacci, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alla programmazione e al coordinamento economico, i socialisti Roberto Biscardini e Felice Besostri, il repubblicano Franco De Angelis, Luca Paladini, fondatore e portavoce del movimento laico e antifascista "I Sentinelli di Milano", Riccardo Aceti, ingegnere e docente di Tecnica delle Costruzioni al Politecnico di Milano che ha presentato uno dei progetti per riqualificare San Siro. "Qual è l’interesse pubblico di questa mega operazione?", la domanda cardine rimarcata più volte da Corbani. Se è vero che i club hanno rinunciato a volumetrie aggiuntive (0,51 la precedente richiesta), accettando l’indice già previsto nel Pgt per l’area di San Siro, di 0,35, "è altrettanto vero che questo non sia un trionfo. Se qualcuno chiedesse la luna, bisognerebbe rispondere subito che non può averla. E così sarebbe dovuto essere per lo stadio simbolo di Milano, che deve restare dei cittadini", ha proseguito Corbani, senza mezzi termini.

Al suo fianco Claudio Trotta, fondatore della Barley Arts e promoter di concerti italiani tra cui quelli di Bruce Springsteen, ha evidenziato che "in uno dei due progetti le parole ‘musica’ e ‘spettacolo’ non sono neanche citate. Nell’altro, vagamente. Come lo stadio si utilizzerà 365 giorni all’anno? Sarà davvero di tutti? Questi progetti sono già vecchi, senza una copertura che si apra e senza un prato retrattile. Questo indica che non c’è una reale intenzione di utilizzare lo stadio per spettacoli al di fuori di una finestra estiva. Che non si rispetta la sua naturale vocazione popolare". Sul palco anche Gabriella Bruschi, del Comitato coordinamento San Siro: "Ci stiamo battendo da due anni e mezzo per evidenziare che il Mezza non è ammalorato, va solo rimodernato. Ha ottenuto il certificato di idoneità statica per i prossimi 10 anni anche senza ristrutturazione. La riqualificazione consentirebbe di non interrompere il campionato e sarebbe pronta per le Olimpiadi del 2026, a un costo inferiore rispetto a quello di un Meazza bis, che mangerebbe la metà del verde: da 5 ettari, passeremmo a 2,6. Blocchiamo questo scempio".

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