Nuovo stadio, il Comitato Sì Meazza scrive al Consiglio: "E' ora di fare chiarezza"

La lettera chiede un dibattito ma anche un approfondimento sulle garanzie economiche a favore del Comune per la concessione dello spazio

Una panoramica dello stadio Meazza a Milano

Una panoramica dello stadio Meazza a Milano

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Milano - «Il progetto del nuovo stadio? Si apra un dibattito in Consiglio comunale e in Municipio 7, come chiediamo da tempo. Ma non solo: è necessario un approfondimento sulle garanzie economiche a favore del Comune per la concessione dello spazio e in caso di cambio di assetto proprietario. Ma anche che si chiarisca la figura del “promoter immobiliare“ della desiderata (dalle società) operazione immobiliare".

Questo in sintesi il contenuto della lunga lettera inviata a consiglieri comunali (in primis la presidente del Consiglio Elena Buscemi) e di Municipio 7 dal comitato “Sì Meazza“ guidato da Luigi Corbani, vicesindaco di Milano tra il 1987 e il 1990, contrario al progetto che prevede la realizzazione di nuovo impianto, la “Cattedrale“, firmato dallo studio Populous, che prevede la parziale demolizione della Scala del calcio.

"È necessario coinvolgere le squadre ma, per discuterne in aula, prima bisogna avere una proposta più definita e solo a quel punto si potrà sviluppare il dibattito", sottolinea Corbani. "Il tema non è “il nuovo stadio di Inter e Milan”, come si vorrebbe maliziosamente far intendere, ma è il progetto urbanistico su una area di proprietà comunale di 290mila metri quadri, di cui solo il 14% è destinato al nuovo stadio, che prevede da parte di società private la demolizione di un simbolo di Milano come lo stadio Meazza".

La giunta comunale, ricordiamo, ha già ritenuto il progetto di “interesse pubblico“ per la città. Un sostanziale via libera, anche perché i club hanno rinunciato a volumetrie aggiuntive (0,51 la precedente richiesta), accettando l’indice già previsto nel Pgt per l’area di San Siro: 0,35. «Ma a tutt’oggi non è stato presentato nelle sedi pubbliche competenti il progetto dello stadio (di che cosa si dichiara l’interesse pubblico?). Peraltro sarebbe stato necessario venisse precisato l’agente, l’advisor strategico del progetto, poiché appare inverosimile credere che siano Milan e Inter a gestire direttamente operazioni edilizie e gestioni immobiliari".

Infine, "pensiamo sia preliminare una ’due diligence’, affidata a società terze e indipendenti che chiarisca aspetti rilevanti anche a supporto di quanto chiesto dal Consiglio comunale: un’analisi economica e un piano finanziario dettagliato, con richiesta di un sistema di garanzie economiche a favore del Comune di Milano a tutela della sostenibilità del progetto nel tempo". marianna.vazzana@ilgiorno.net

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