MASSIMILIANO MINGOIA
Cronaca

Nuovo San Siro, il fronte del no contro il piano di Inter e Milan: ricorsi a Tar e Corte dei Conti

L’Associazione Gruppo Verde San Siro: pronti a ricorrere alle vie legali contro la speculazione sull’area

L’Associazione Gruppo Verde San Siro: pronti a ricorrere alle vie legali contro la speculazione sull’area

L’Associazione Gruppo Verde San Siro: pronti a ricorrere alle vie legali contro la speculazione sull’area

Il fronte del "no" al nuovo stadio a San Siro è pronto a opporsi per via legali al Documento di fattibilità delle alternative progettuali (DocFap) inviato martedì da Milan e Inter al Comune. Il documento di circa 300 pagine contiene anche l’offerta di acquisto dello stadio di San Siro e dell’area limitrofa da parte dei club – un’offerta vicina alla valutazione dell’Agenzia delle entrate, 197 milioni di euro (73 per lo stadio e 124 per le aree limitrofe), da cui però le due società calcistiche vorrebbe sottrarre i costi di bonifica – e delinea una rivoluzione per l’intera area: un nuovo stadio da oltre 70 mila posti nel Parco dei Capitani e nell’attuale parcheggio dell’impianto e la rifunzionalizzazione del Meazza, cioè la sua quasi completa demolizione. L’idea di Diavolo e Biscione è conservare solo una parte della Curva Sud e della torre che dà sull’ex ippodromo del Trotto, al cui interno sarebbero realizzati uffici, il museo di rossoneri e nerazzurri e spazi per la ristorazione. Nella nota di martedì, però, i due club hanno precisato che "il concept finale e il progetto esecutivo verranno eventualmente presentati in una fase successiva e non sono dunque oggetto della documentazione presentata oggi (martedì, ndr)".

Ma torniamo al fronte del no, che vede come fumo negli occhi il progetto rossonerazzurro e la sponda comunale alla sua realizzazione: un investimento di circa un miliardo di euro.

L’Associazione Gruppo Verde San Siro, che raggruppa una parte dei residenti del quartiere, preannuncia azioni legali: "Ci opporremo con ricorsi al Tar e alla Corte dei Conti", si legge in una nota, preparata dalla portavoce dell’associazione Silvana Gabusi, che elenca tutti gli elementi del progetto a cui i residenti sono pronti a opporsi: "Alla svendita dell’area, dove oltre a uno stadio si può costruire anche un centro commerciale di grandi dimensioni, sottolineando che in nessuna parte d’Italia o d’Europa esiste un centro commerciale tipo Fiordaliso di 70 mila metri quadrati accanto a uno stadio; alla speculazione edilizia delle squadre, che non vogliono costruire solo lo stadio, ma anche un centro commerciale e altre strutture di intrattenimento; alla costruzione di uno stadio a soli 50 metri dalle case di via Tesio; ai 72 mila mq di parcheggi sotterranei per stadio e centro commerciale – come se le auto, uscendo, volassero; al concomitante utilizzo di stadio e centro commerciale per 365 giorni all’anno, con l’ovvio traffico indotto ormai fuori controllo". L’Associazione Gruppo Verde San Siro spera ancora che il progetto del nuovo stadio di fianco alla Scala del calcio salti e che Milan e Inter decidano di costruire il loro nuovo impianto altrove. I rossoneri un’alternativa concreta ce l’hanno, visto che hanno già acquistato il terreno San Francesco a San Donato Milanese. I nerazzurri, invece, hanno abbandonato l’opzione di una nuova "casa" a Rozzano.

"Nel caso in cui le squadre decidessero di andarsene – si legge alla fine della nota dei residenti ambientalisti di San Siro – la soluzione sarebbe: a puro scopo di esempio fare un bando per trasformarlo in un palazzetto dello sport, prevedendo per chi vincerà di sistemare l’area circostante e l’eliminazione dei parcheggi". Un’alternativa puramente teorica, almeno per ora. Milan e Inter puntano a completare "entro luglio 2025" la procedura di acquisizione di stadio e terreni limitrofi.