Nuovo stadio San Siro: i numeri riaccendono la polemica

Rizzo è contrario: "Operazione a vantaggio solo dei club". De Chirico (FI) è favorevole: "Non si può perdere un investimento da 1,2 miliardi"

Il rendering di Manica

Il rendering di Manica

Milano, 7 dicembre 2020 - Questo articolo è contenuto nella newsletter "Buongiorno Milano".  Ogni giorno alle 7, dal lunedì al venerdì, gli iscritti alla community del «Giorno» riceveranno una newsletter dedicata alla città di Milano. Per la prima volta i lettori potranno scegliere un prodotto completo, che offre un’informazione dettagliata, arricchita da tanti contenuti personalizzati: oltre alle notizie locali, una guida sempre aggiornata per vivere in maniera nuova la propria città, consigli di lettura e il commento di un ospite. Per ricevere via mail la newsletter clicca su  www.ilgiorno.it/buongiornomilano  I numeri sul nuovo San Siro contenuti nello Studio di fattibilità tecnico-economica di Milan e Inter e svelati dal Giorno riaccendono il dibattito, e la polemica, sul futuro dello stadio. Il fronte dei contrari in Consiglio comunale ribadisce il suo "no" e parla di speculazione edilizia, il fronte dei favorevoli tiene il punto e ricorda che si tratta di un progetto utile per il rilancio della città.

Posizioni distinte e distanti. Il consigliere di Milano In Comune Basilio Rizzo è da sempre contrario al progetto rossonerazzurro e pone una serie di domande alla Giunta guidata dal sindaco Giuseppe Sala: "La concessione è di 90 anni e dunque dopo quegli anni lo stadio tornerà del Comune. La stessa cosa è prevista anche per gli immobili per il terziario o no? Se così non fosse ci troveremmo di fronte a un’operazione commerciale come molte altre realizzate in città in questi ultimi anni e non a un progetto di interesse pubblico. Non a caso nel documento si confronta l’operazione San Siro con quella di CityLife".

Rizzo pone anche un altro interrogativo ("Le volumetrie dello stadio sono conteggiate nelle cifre finali del documento di Milan e Inter?") e lancia una provocazione: "Se a guadagnarci da tutta questa operazione sono solo le squadre, allora che sia il Consiglio comunale a scegliere i presidenti di Milan e Inter, magari andrebbero anche meglio". Sul fronte opposto, invece, scende in campo il consigliere di FI Alessandro De Chirico, da sempre favorevole al nuovo San Siro: "Un ambizioso progetto di riqualificazione urbana per cui sono pronti 1,2 miliardi di investimenti che impiegherà 800 operai in fase di cantierizzazione e 3.500 nuovi posti di lavoro a regime post-inaugurazione. In un momento così difficile sono numeri mastodontici che serviranno a far ripartire l’economia cittadina. L’indice di edificabilità 0,51 mi pare un giusto compromesso ed è più basso rispetto ai principali interventi immobiliari a Milano". Il dibattito sul progetto rossonerazzurro è particolarmente accesso nel Pd, dove convivono contrari e aperturisti.

I dem Carlo Monguzzi e Alessandro Giungi dicono "no". Il primo sottolinea: "Ieri (sabato, ndr ) era la giornata contro il consumo di suolo e abbiamo sentito da tutti parole alate a favore del verde, oggi (ieri, ndr) Il Giorno ci racconta il progetto San Siro completo dove 140 mila mq di territorio verranno consumati dal cemento. È purtroppo la prova della distanza siderale tra le dichiarazioni e le azioni. Spero che il mio Comune abbia un sussulto di orgoglio e mandi i fondi immobiliari a farsi benedire". Il capogruppo del Pd Filippo Barberis prova a tenere la barra dritta: "La nostra stella polare sono i 16 punti fissati dal Consiglio comunale. La Giunta deve avere il tempo di analizzare con scrupolo il documento presentato dai club e verificare che tutti i punti, compresa la riduzione volumetrica richiesta, siano rispettati. Dobbiamo cercare di trovare le condizioni per far coincidere l’investimento da 1,2 miliardi di euro proposto da Milan e Inter con l’interesse pubblico". L’esponente dem aggiunge che "sul tema del titolare effettivo, su cui abbiamo approvato un odg in Consiglio, il Milan, al di là del progetto stadio, conviene che chiarisca prima possibile il suo assetto proprietario".

Enrico Fedrighini (Milano progressista), infine, cita come esempio da seguire il caso spagnolo: "Il progetto avviato dai club utilizzando la legge-stadi è finalizzato a generare profitti (per i club) con nuove funzioni legate all’impianto: ma questo può avvenire ristrutturando e rifunzionalizzando lo stadio esistente, come sta avvenendo a Madrid con il Bernabeu".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro