
La commemorazione di due anni fa, finita con le contestazioni ai cancelli
Milano – L’annuncio di una targa “ministeriale“ per ricordare Sergio Ramelli, nei 50 anni della sua morte, riaccende le polemiche al Molinari, l’istituto tecnico di Crescenzago che frequentava lo studente, aggredito a colpi di chiave inglese da esponenti di Avanguardia operaia la sera del 13 marzo 1975 e morto dopo 47 giorni di agonia.
Targa commemorativa e discussioni al Molinari
La richiesta di una targa che gli rendesse onore era arrivata a gennaio, al rientro dalle vacanze natalizie, e portava la firma del sottosegretario Paola Frassinetti, per conto del Ministero dell’Istruzione e del Merito. Era stato convocato un Consiglio d’istituto ad hoc, che aveva deliberato un documento all’unanimità in cui si spiegava che la targa in realtà c’è già, "nella biblioteca dell’Istituto, un luogo di alto valore simbolico, in quanto luogo di cultura, e comunicativo, in quanto spazio dedicato allo studio pomeridiano e allo svolgimento di attività peer-to-peer tra studenti e dei colloqui con le famiglie".
Proposte di riflessione e approfondimenti
Nella delibera si auspicava "che tale ricorrenza (l’anniversario, ndr) possa costituire non motivo di divisione, come accaduto anche recentemente (due anni fa, ndr), ma occasione per una riflessione autentica e profonda sul periodo drammatico vissuto dal nostro Paese". Gli insegnanti proponevano per il 50esimo "più che un approccio di tipo cerimoniale", un’occasione di approfondimento, coinvolgendo esperti.
Annuncio della visita e reazioni degli studenti
La vicenda sembrava essersi chiusa qui. Poi l’annuncio della visita di domani, alla quale parteciperà anche il ministro Giuseppe Valditara. Visita preceduta dall’invio di un’immagine della nuova targa. "Che dovrebbe aggiungere, sotto il nome di Ramelli e la data, la frase “ucciso per le sue idee“, e che non sappiamo dove verrà esposta", spiegano gli studenti del collettivo CosMo. "Sia chiaro, è giusto che venga ricordato Ramelli e ci spiace sia morto: era un ragazzino come noi. Però ci siamo sentiti ancora una volta scavalcati e ci sembra un’altra campagna politica", precisa uno studente. Intanto si preannunciano picchetti e scioperi: "Il ministro – attacca il collettivo in una nota– al posto di occuparsi delle scuole in condizioni impraticabili preferisce mettersi in mostra andando a montare targhette già presenti per portare avanti la propaganda fascista".
Lettera aperta al ministro Valditara
Intanto una rappresentanza di insegnanti e del personale ha scritto una lettera aperta al ministro Valditara, auspicando ancora una volta che la visita di giovedì "non si limiti all’occasionalità di una cerimonia e di un’epigrafe, che inevitabilmente si possono prestare, come è già successo in passato, a facili strumentalizzazioni". Nella missiva ribadiscono la decisione presa all’unanimità del Consiglio d’Istituto: niente targa nuova, piuttosto un momento di confronto dialettico, con studenti e docenti, anche su "i numerosi problemi con cui gli studenti e i lavoratori dell’istituto, e più in generale della scuola italiana, devono quotidianamente misurarsi".