
Studenti in protesta alla Bicocca
Milano, 24 maggio 2017 - «No al numero programmato, libero accesso per tutti». La mobilitazione passa anche dalla Bicocca. Ieri pomeriggio, con uno striscione in piazza dell’Ateneo nuovo, gli studenti hanno accolto il Cda dell’Università chiamato a deliberare anche sull’introduzione di nuovi paletti per l’accesso ai corsi di laurea in Sociologia e Scienze dell’Organizzazione.
«Il problema del numero chiuso non riguarda solo la Statale – sottolineano da Link, Studenti Indipendenti – ci sono ulteriori restrizioni anche per i nostri corsi di laurea. Proprio per questo la protesta assume una dimensione più larga del singolo ateneo, investendo il piano cittadino milanese. Sono necessarie quanto prima riflessioni serie e azioni di rilancio dell’università pubblica, attraverso maggiori investimenti di risorse da parte dello Stato per garantire l’accesso agli studi, e attraverso un partecipazione più allargata e più democratica alle decisioni dei singoli atenei». Alcuni studenti della Bicocca hanno partecipato poi al presidio in Statale per portare solidarietà e ricordare la battaglia comune. In contemporanea, però, passa il numero programmato anche lì: 265 i posti previsti per il corso di Scienze dell’organizzazione e 385 per il corso in Sociologia. Fino allo scorso anno, per entrambi, era previsto solo un test di valutazione della preparazione inziale. Arrivano i test di ammissione «per rispettare gli standard imposti dal ministero», ricordano anche in questo caso dall’Ateneo.Si stringe la cinghia anche per Scienze della Comunicazione che avrà 50 posti in meno. Infermieristica ha dovuto già rispondere al rapporto docenti/studenti ed è stata «costretta» a una scelta drastica: chiudere la sede di Sesto. Gli studenti già iscritti continueranno il percorso di studi, ma non ci saranno nuove matricole.
«Il requisito minimo richiesto è di 5 docenti, di cui almeno 3 professori ordinari o associati, per 75 studenti – ricordano dalla Bicocca -. Per il suo funzionamento, il corso di laurea può contare oggi su 26 docenti ordinari e 48 associati, per un totale di 74. Visto il numero degli studenti, occorrerebbero altri 6 docenti, 80 totali. Per questo motivo si è dovuto ridurre il numero delle sedi. La scelta di chiudere Sesto è dovuta a due fattori principali: è la sede con minor numero di iscritti ed è vicino a un’altra sede, quella di Monza». In concomitanza con il Cda era stato previsto anche un presidio degli assegnisti e dei precari della Bicocca, rimandato a data da destinarsi perché il punto sul nuovo regolamento sugli assegni di ricerca è slittato dall’ordine del giorno.