
Eventi metereologici estremi e rischio di esondazioni: durante l’ultima piena del Lambro "l’oasi della Levadina, realizzata lungo l’ansa del fiume, ha svolto un’importante funzione di contenimento delle acque". È questo il parere del Wwf, che gestisce il sito naturalistico di San Donato. "Le piogge dei giorni scorsi - osservano gli attivisti dell’associazione, che nel Sud Milano è presieduta da Giorgio Bianchini (nella foto) - hanno allagato quasi totalmente i quindici ettari dell’area protetta, che ha funzionato da cassa di espansione naturale, permettendo al fiume di allargarsi e, di riflesso, di rallentare la sua velocità e pericolosità". I benefici di questa azione di contenimento hanno avuto riflessi non solo sul territorio di San Donato, ma anche a valle del corso d’acqua, ad esempio nella zona di Melegnano. "In aggiunta - proseguono gli ambientalisti -, la presenza della vegetazione rende possibile l’assorbimento graduale dell’acqua e il suo accumulo nella falda sottostante. Senza questa preziosissima area verde, oggi conteremmo ulteriori danni. Ciò spinge a riflettere sull’importanza delle zone umide in prossimità dei fiumi e sulla necessità di non cementificare ancora. Al contrario, serve de-impermeabilizzare quante più aree possibili, soprattutto in considerazione dei cambiamenti climatici". A.Z.
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