Ferragosto a Milano: non solo le grigliate di carne, anche spezie e piatti condivisi

I milanesi rimasti si rifugiano nei parchi urbani per mangiare nel verde. Oltre al classico “barbecue” nei pic-nic spuntano ricette etniche e vegane

Grigliata (immagine di repertorio)

Grigliata (immagine di repertorio)

di Annamaria Lazzari

Costine che sfrigolano, profumi di spezie nell’aria e specialità anche vegane. I "menu" allestiti sull’erba per il picnic domenicale. Alla vigilia di Ferragosto i (pochi) milanesi rimasti in città – per motivi economici o perché le vacanze sono programmate prima o dopo - si sono rifugiati nei grandi polmoni verdi urbani. A partire dal Boscoincittà che offre un pergolato, quattro portici e otto postazioni per grigliare legalmente e in sicurezza.

"Quest’anno però c’è poca gente rispetto al passato" osserva Maria Riveira, tecnico informatico che frequenta il parco pubblico di via Novara da un decennio e si trova a Milano ad agosto per lavoro. In compagnia di altri 11 amici ha organizzato un mega barbecue con pane casereccio, una marea di verdure "e dieci chili di carne e salsicce che arrivano da Caserta". Anche il giovane Jacopo Tortorici, con Giacomo, Lorenzo, Renoy, Stefano, Giulia, Stella sta "trafficando" con la carbonella. "Abbiamo acquistato 20 costine, 13 salsicce, 12 bistecche, 10 hamburger, anche vegani. Perché non siamo al mare? Alcuni sono appena tornati da un viaggio in Francia, altri come il sottoscritto – tecnico di prodotti biomedicali – lavora anche questa settimana".

Subass Tug, originario delle Mauritius, è abituato a venire nell’oasi di via Novara durante la stagione estiva, con suoi tre figli - rispettivamente - di 30, 23 e 1 anno. "Per me questo è l’angolo più incantevole di Milano" dice il pater familias che ha 60 anni. Per il pranzo domenicale la moglie ha preparato, fra tante specialità, una salsa di polpo tipica del suo Paese. Giornata particolare per la moglie di Probat Lorenzueo che festeggia 50 anni col marito e i parenti. Sulla tovaglia ci sono piatti tipici della cucina srilankese come il "parippu", ossia lenticchie al curry e latte di cocco, i fish rolls e delle polpette speziate che diffondono un irresistibile profumo di cibo etnico nell’aria.

Dall’altra parte della città il Parco "Vittorio Formentano" di largo Marinai d’Italia è desolatamente vuoto: "Di solito ci si deve dividere un fazzoletto di prato, adesso è un deserto. Però è bella questa città senza frenesia" afferma Alice Tamburini che ha organizzato un pranzo al sacco coi tre bambini di 11, 9 e 8 anni. Nel capoluogo lombardo rimarrà solo per un breve pit stop. "Siamo tornati due giorni fa e ripartiremo il 19 per un rifugio a La Verna". Più o meno quello che farà il giovane Nicola Cuminelli: "Ho già trascorso un periodo di ferie settimana scorsa e lunedì ripartirò con la mia ragazza alla volta di Creta. Non mi pesa rimanere a Milano per qualche giorno: senza traffico e caos sembra un paradiso".

Meno rarefatta la geografia umana agli storici Giardini "Indro Montanelli" di via Palestro, meta di turisti e "locals". Come Giada Toso, studentessa di Medicina, sul pratone con la sua compagnia. Ciascuno per mezzogiorno ha cucinato da casa il suo piatto forte – anche "green" - all’insegna di una convivialità condivisa che fa bene pure al portafogli: "Io ho portato spaghetti di soia con verdure e involtini vietnamiti, c’è chi ha preparato la torta greca coi porri, quella con l’uvetta, la farinata di ceci, le pere col vino. Il mare? Costa troppo e come universitari i soldi che girano sono pochini…" dice Giada. Ma a 20 anni basta un’intera giornata in un posto qualsiasi con gli amici per assaporare, come diceva un vecchio spot, "il gusto pieno della vita".

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