Non riuscite a dormire bene? Ecco il galateo del sonno: i consigli pratici dell’esperto per migliorare la qualità del riposo

Il primario Luigi Ferini Strambi (San Raffaele di Milano): ecco come creare le condizioni che favoriscono l'addormentamento

Difficoltà a dormire: un problema comune a tanti milanesi - foto Kaisnv Istock

Difficoltà a dormire: un problema comune a tanti milanesi - foto Kaisnv Istock

Milano, 13 marzo 2024 – Non riuscite a dormire? Ci sono alcune piccole “strategie” che si possono adottare per migliorare la qualità del sonno ed evitare il rischio delle notti a rigirarsi nel letto. Luigi Ferini Strambi, primario del Centro di medicina del sonno dell'Irccs ospedale San Raffaele di Milano e professore ordinario di Neurologia alla facoltà di Psicologia dell'università Vita-Salute San Raffaele, ha stilato un decalogo di consigli, un piccolo “galateo del riposo” in vista della Giornata mondiale del sonno in programma venerdì 15 marzo. Un problema – quello del sonno – che tocca da vicino i milanesi: come emerso da un’analisi dell’osservatorio Sanità di Unisalute uno su tre ha dichiarato di non essere soddisfatto della qualità del proprio riposo. 

"Bisogna cercare sempre almeno un'ora o un'ora e mezza prima di mettersi a letto di creare delle condizioni che favoriscano l'addormentamento” spiega Ferini Strambi ad Adnkronos. Il docente universitario suggerisce quindi di evitare discussioni, evitare le luci intense, l'utilizzo di strumenti elettronici. E farlo non 5 minuti prima di mettersi a letto. Quindi, ribadisce lo specialista, "già un'ora e mezza prima dovremmo cominciare a creare il buon ingresso verso il sonno".

E in questo senso ci si può dare una mano già a tavola. Prima di dormire, precisa il neurologo, "andrebbero evitati tutti quei cibi che tengono accelerata molto la frequenza cardiaca, perché impediscono un buon scivolamento verso il sonno. Per favorire l'addormentamento infatti bisogna consentire all'apparato cardiocircolatorio di entrare in una condizione di rallentamento della frequenza. Il sistema vagale deve cominciare a prevalere. Quindi, ad esempio, cibi ricchi di soia o anche cibi iperproteici possono impedire un buon addormentamento".

A questi accorgimenti di carattere pratico bisogna però affiancare alcune considerazioni fondamentali. Per prima cosa, premette l'esperto, "occorre tenere a mente due messaggi importanti. Il primo: se di giorno non funzioniamo bene, se abbiamo difficoltà in questo senso, pensiamo anche che dietro a questo potrebbe esserci un problema legato al nostro sonno, in termini sia di quantità che di qualità. Non avere una buona qualità della vita" prima del tramonto "può dunque essere una spia di problematiche legate" a quello che succede dopo il calar del sole, "problemi legati al sonno".

C'è poi un secondo messaggio che il neurologo vuole mettere in evidenza: "Pensiamo a una persona che si lamenta dell'insonnia con il proprio medico. Per aiutarlo, vengono provati diversi ipnotici e nessuno di questi funziona (è il concetto dell'insonnia 'farmaco-resistente'). Cosa si fa a questo punto? Ecco, è fondamentale secondo me cercare di studiare il sonno del nostro paziente e capire perché non dorme, qual è la reale causa".