
Davide
"Boosta" Dileo*
Anche se fuori stagione, sabato ho tenuto l’ultima data del tour estivo nel meraviglioso Teatro dei Rinnovati di Siena; il concerto è iniziato in ritardo per consentire al pubblico di accedere in sala nelle condizioni di massima sicurezza e alla fine c’è voluta quasi mezz’ora per far defluire le 220 persone fila per fila. Molto commovente il finale, perché c’era già nell’aria il senso di quello che avrebbe portato il nuovo dpcm, e quell’ultimo saluto aveva il sapore di un congedo dal live per diverso tempo. La situazione sta accelerando e temo nuove chiusure. Anche per questo pubblico oggi un album strumentale come ‘Facile’, penso infatti che, nell’utilizzo quotidiano della musica, un lavoro del genere possa risultare utile perché la musica è uno strumento che cresce l’anima e rasserena gli animi, si rivela uno straordinario collante sociale. Nei concerti estivi, ad esempio, sono rimasto sorpreso dalla incredibile gratitudine del pubblico, dall’educazione e dalla coscienza strepitosa con cui si sono svolti i live; forse è deriva proprio da questa consapevolezza il motivo per cui in 3mila eventi dal vivo con oltre 300mila persone c’è stato un solo contagiato. Il periodo è drammatico e ognuno deve fare la sua parte, capisco tutte le difficoltà del caso, capisco che ci troviamo a vivere un momento storico inimmaginabile solo un anno fa, ma non ce la faccio a dare per scontato che la nostra sia una classe dirigente all’altezza. È inevitabile che in una pandemia non ci siano certezze, ma io non ho certezza della capacità di governo di chi ci governa. La risposta del ministro Franceschini alle critiche mi è parsa più offesa che adeguatamente motivata. I termini pesano e sentire inserire il nostro mestiere fra le ‘attività superflue’ suona offensivo. Temo che il Covid si lascerà dietro davvero tante macerie. Economiche, fisiche, morali.
*Musicista