MILANO di Anna Giorgi Troppo presto per parlare di risarcimento, la cifra che avrebbe potuto “alleggerire“ fin da ora la posizione di Alberto Genovese, accusato di stupro per avere legato una giovane donna e averla violentata per venti ore, non è stata ancora avanzata alla difesa della 19enne. I difensori di Genovese, Luigi Isolabella e Davide Ferrari, hanno chiesto al giudice altro tempo per svolgere ulteriori accertamenti per poi formulare l’eventuale offerta economica insieme alla richiesta di abbreviato. Se così non fosse si procederebbe con rito ordinario. Ieri in aula è stata avanzata, sempre dalla difesa di Genovese, la richiesta di una ulteriore perizia medico legale sulle condizioni della 18enne. Perizia che è stata negata. "Ho ritenuto inopportuna la richiesta avanzata dalla difesa di sottoporre la mia assistita a una perizia", ha spiegato a margine Luigi Liguori. In aula è stata accolta, invece, la richiesta di essere parte civile anche della Onlus "Svs Donna Aiuta Donna", rappresentata dall’avvocato Andrea De Vincentis. È la prima volta che viene ammesso tra i danneggiati con diritto al risarcimento anche il servizio di supporto per le vittime di violenza. La Svs quindi si aggiunge alla già costituita D.i.Re. Un’altra associazione no profit, "Bon’t worry", con l’avvocato Caterina Biafora, ha depositato la nomina come parte offesa in vista dell’istanza di costituzione di parte civile. Mentre non è stata ammessa l’agenzia di modelle dove lavorava una delle vittime. Lo scorso novembre era naufragata anche l’ipotesi di versare una somma all’altra ragazza, ai tempi 23 anni, le trattative si sono subito interrotte: la giovane non ha accettato alcun ristoro e, nonostante il trauma, ha fatto sapere di preferire affrontare il processo. Genovese arriverà a processo con due episodi contestati: la violenze sessuali ai danni della 18enne avvenute a Milano nel suo attico di lusso "Terrazza sentimento", e lo stupro ...
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