Noi, famiglia felice "Con questa decisione l’Italia torna indietro"

Matteo e il marito sono i papà di una bambina di un anno "Siamo stati fortunati a poterla registrare. Sia un diritto di tutti" .

"Sono appena andato a prendere la bimba all’asilo nido". Comincia così la telefonata con Matteo, di 37 anni, papà di una piccola di poco più di un anno, che è figlia sua e di suo marito. Figlia di due papà, come riporta il certificato di nascita americano e come è stato trascritto sull’atto milanese nel 2022. "Noi siamo stati fortunati", dice Matteo. Il pensiero va al dietrofront che in questi giorni sta infiammando gli animi delle famiglie arcobaleno ma non solo.

Cosa rappresenta per lei il "no" del Governo alla registrazione all’anagrafe di figli di coppie omogenitoriali?

"Una notizia orribile per l’Italia. Non solo torniamo indietro ma rischiamo che la situazione degeneri ulteriormente, visto che la prospettiva è quella di perseguire come reato universale la maternità surrogata, prevedendo detenzione e multe milionarie anche per chi ricorre a questa pratica all’estero. Noi siamo stati fortunati".

Il motivo?

"Abbiamo potuto registrare all’Anagrafe la nostra bambina in una finestra temporale favorevole, nel 2022. Essendoci un vuoto legislativo, finora le trascrizioni erano a discrezione dei sindaci, e a noi è andata bene".

Che cosa le fa più rabbia?

"Premetto che ci si poteva aspettare da questo governo una decisione del genere. A farmi più rabbia è il fatto che nessuno si sia preso la briga di capire il punto di vista delle famiglie come la nostra e neppure delle “surrogate“. E poi il fatto che siamo indietro, moltissimo. In Paesi come Usa e Canada, la procreazione medicalmente assistita anche per coppie dello stesso sesso è riconosciuta da 30 anni. Noi ancora dobbiamo combattere per un’iscrizione all’Anagrafe, incrociando le dita perché sia “l’anno giusto“. Inconcepibile".

Sua figlia conosce la donna che l’ha partorita?

"Sì, siamo una grande famiglia allargata. Una famiglia internazionale. Organizziamo le vacanze insieme e siamo sempre in contatto. Parlo della “surrogata“, Becky, la “belly mommy“ americana, che l’ha portata in grembo. Il corredo genetico invece è della donatrice. Noi abbiamo scelto che non sia anonima, in modo che la bimba un domani possa decidere se conoscerla o meno".

Come descrive la sua bimba?

"Sempre sorridente, serena, amante del cibo e pure dei viaggi (l’abbiamo già portata in giro per il mondo). Vive in una famiglia felice che la ama e questa è la cosa più importante. E io e mio marito amiamo essere i suoi genitori dopo averla tanto desiderata".

Marianna Vazzana

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