No all’indifferenza "Entrare in relazione con i deboli e i poveri"

Don Virginio Colmegna a Settala ha raccontato la sua vita di prete: fondatore della Casa della carità, sempre attento agli ultimi di ogni Paese.

No all’indifferenza  "Entrare in relazione  con i deboli e i poveri"

No all’indifferenza "Entrare in relazione con i deboli e i poveri"

di Alessandra Zanardi

Un invito alla comunanza, perché "i deboli e i poveri sono persone con le quali entrare in relazione. La carità deve essere soprattutto un laboratorio di umanità". È solo uno degli spunti di riflessione che don Virginio Colmegna ha fornito ieri al pubblico di Settala, dov’è stato relatore di un incontro-dibattito all’oratorio San Giuseppe.

Nel corso della sua lunga carriera religiosa, il sacerdote originario di Saronno, classe 1945, è stato per dieci anni al timone della Caritas ambrosiana e per venti presidente della Casa della carità, un luogo di ospitalità per le persone in condizioni di disagio, con sede in via Brambilla a Milano.

Un centro di accoglienza voluto dallo stesso Colmegna in accordo col cardinale Carlo Maria Martini, "un’ex scuola ristrutturata, le cui aule sono diventate dei dormitori – ha ricordato don Virginio -. Al suo interno hanno trovato spazio fino a 1100 persone, ma la Casa non è solo un luogo di ospitalità. E’ anche un contesto di ricerca e approfondimento, dove elaborare proposte culturali".

Don Colmegna è sempre stato un "sacerdote degli ultimi", attento agli emarginati, ai fragili, agli immigrati. Una propensione che lo ha portato a fondare, negli anni, anche alcune cooperative sociali. Un percorso fatto di vicinanza emotiva e disponibilità all’ascolto, del quale l’ex direttore della Caritas ha ricordato ieri le principali tappe, rimarcando la necessità di una carità "sapiente e capace di arricchire, per dare voce a chi non ne ha". Il religioso ha anche ricordato l’importanza di coniugare "carità e giustizia, per restituire a tutti i diritti di cittadinanza".Nelle sue parole un invito all’incontro, alla gratuità, all’amicizia e alla fratellanza "per non rischiare di diventare indifferenti", ma al contrario "essere portatori di energie ed entusiasmo".

All’incontro in oratorio, organizzato dal circolo locale dell’Acli in accordo con l’associazione Pantonoikia e la sezione di Caleppio della Caritas ambrosiana, era presente anche don Paolo Selmi, sacerdote di origine settalese che da alcuni mesi è subentrato a don Colmegna nella conduzione della Casa della carità.

Con le domande del pubblico in sala, la conferenza-dibattito è stata moderata dal parroco di Settala, don Maurizio Memini.

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