DIANNAMARIA LAZZARI
Cronaca

"No al taglio di 232 alberi per il cemento"

Una sessantina di residenti dell’ex Manifattura Tabacchi contesta il piano attuativo nell’ex caserma Mameli: vogliono costruire un ecomostro

di Annamaria Lazzari

Denunciano "l’abbattimento di oltre 200 alberi", "la costruzione di un ecomostro da 11 piani" e soprattutto "un progetto che stravolgerebbe l’anima del quartiere". Una sessantina di residenti negli edifici ex Manifatture Tabacchi di viale Suzzani 96 e 98, fra Niguarda e Bicocca, sono sul piede di guerra. Bocciano il piano attuativo della ex Caserma Mameli in capo a Sgr spa, già adottato e in fase di approvazione da parte dell’Amministrazione. È l’area da 107mila metri quadrati che un tempo - fino al 2009 - ospitava il 3° Reggimento bersaglieri e da tempo giace abbandonata.

Il Comune promette "un grande parco urbano, nuovi appartamenti a canoni accessibili, attività commerciali e servizi aggregativi". Un avviso pubblico, aperto fino al 30 settembre, sta raccogliendo proposte per la conversione di tre delle sei casermette all’interno per attività sociali e culturali. "Uno specchietto per le allodole", il commento dei residenti. La lettura del Piano che ha dato il gruppo ReMaT (che sta per Residenti ex Manifatture Tabacchi di viale Suzzani 9698) è più che critica. Dopo essersi presa la briga di esaminare la documentazione "con oltre 150 allegati" - rimarca Luisa, musicista - hanno presentato il 18 e 19 agosto (il termine ultimo era il 20 agosto) due lettere di osservazioni, indirizzate alla direzione urbanistica, sulla "parte meno bella di questa storia finora sottaciuta", dicono. L’ex caserma Mameli - spiegano - "è un magnifico polmone verde urbano, con oltre 600 alberi censiti, anche centenari. Per fare posto alle nuove costruzioni di edilizia residenziale libera e sociale è previsto il massiccio abbattimento di almeno 232 alberi. In particolare a scomparire saranno interi filari dei grandi Celtis australis lungo il muro di cinta su viale Suzzani che siamo abituati a vedere ogni giorno ed elemento prezioso della qualità di vita del quartiere. Al posto del verde spunterebbe una torre di 11 piani (Torre T7), corpo disomogeneo e intrusivo, tra le casermette e gli edifici delle ex Manifatture Tabacchi soggetti a vincolo, minando alla base l’integrità del contesto architettonico-urbanistico". "Il progetto aggiungerebbe cemento a cemento. Qui nei prossimi anni sorgeranno anche due torri da 20 piani, una Rsa, uno studentato enorme", sottolinea Andrea. Per questo il gruppo ReMaT chiede al Comune di "rivedere il piano attuativo" mantenendo il più possibile le alberature esistenti e rinunciando a costruire la torre gigantesca, esortandolo a "non cedere alla logica dello sfruttamento edilizio massimo possibile proposta dal progetto commissionato da Cassa Depositi e Prestiti".