ANDREA GIANNI
Cronaca

Strage di Nizza e lotta al cancro. Le battaglie di Roberta Capelli

Vive a Pavia ed è la nuora di due delle vittime lombarde, Gianna Muset e Angelo D’Agostino, dell’attentato terroristico del 2016. "Un gruppo per offrire supporto fin negli Usa: dalle difficoltà spinta per reagire"

In alto il Tir usato dal terrorista nell'attentato di Nizza, Roberta Capelli e i coniugi Angelo D’Agostino e Gianna Muset

MIlano, 20 ottobre 2023 – La più giovane ha 35 anni, la più “lontana“ vive negli Stati Uniti. Donne con storie diverse alle spalle ma legate dalla stessa battaglia contro il tumore. Su un gruppo WhatsApp, “Ragazze grintose“, con due mani unite come foto del profilo, condividono i loro problemi, si scambiano consigli, si confrontano sulla malattia che ha sconvolto la loro esistenza e anche su grandi e piccole questioni della vita quotidiana.

"Ci sopportiamo e ci supportiamo. La solitudine non deve esistere, in particolare per chi è malato", spiega la fondatrice, Roberta Capelli. Roberta, 57 anni, è uno dei familiari delle vittime italiane della strage di Nizza del 14 luglio 2016, uno degli attentati più gravi nella stagione dei raid rivendicati dallo Stato Islamico che hanno insanguinato l’Europa. Quella sera il terrorista franco-tunisino Mohamed Lahouaiej Bouhlel (il 31enne fu ucciso dalle forze dell’ordine dopo l’attentato) invase con un tir la Promenade des Anglais, travolgendo la folla radunata per i fuochi d’artificio della festa nazionale francese.

Fra le 86 persone uccise, sei italiani: i milanesi Mario Casati e Maria Grazia Ascoli, i coniugi di Voghera Gianna Muset e Angelo D’Agostino, Carla Gaveglio e il giovane italo americano Nicolas Leslie. Roberta Capelli è la nuora di Angelo e Gianna, di 71 e 68 anni, che stavano trascorrendo una vacanza in Costa Azzurra con gli amici di Milano Mario Casati e Maria Grazia Ascoli.

Il suo impegno sui social è nato dopo l’attentato che ha colpito la sua famiglia, per portare avanti la memoria sulle stragi jihadiste anche coltivando una rete di contatti con parenti delle vittime di attentati, da Dacca al museo del Bardo di Tunisi. Tiene aggiornata la pagina Facebook “Per non dimenticare. Nizza 14 luglio 2016“. Con il marito, Eliano D’Agostino, ha partecipato a un progetto della Casa della memoria di Milano, incontrando gli studenti nelle scuole. Hanno donato alla città di Voghera una panchina, inaugurata l’anno scorso, per ricordare Angelo, Gianna e "tutte le vittime cadute per mano terroristica" in un passato che ritorna, con i nuovi attentati e gli allarmi che stanno scuotendo i Paesi europei. Roberta sta combattendo anche una battaglia contro il tumore al seno, e dalla sua esperienza personale è nata l’idea di creare un gruppo WhatsApp dedicato alle donne.

"Grazie anche alle cure di Oncologia integrata praticate dal medico Ivano Hammarberg Ferri mi sento meglio, e la fase peggiore forse è superata – racconta –. L’idea di creare il gruppo è nata leggendo un libro, “Triplo guaio“ di Isabella Di Leo, che una maestra aveva regalato a mio figlio Samuele. Un racconto a fumetti, con due pagine che mi hanno colpito perché parlano del dramma di chi viene abbandonato dai figli o dal marito dopo un tumore. Per fortuna non è stato il mio caso, ma mi ha fatto riflettere sull’importanza di avere attorno una rete di aiuto e di supporto". Roberta ha raccontato quindi la sua storia sulla pagina Instagram ’robe_ triploneg’ , e dopo quel passo si è creata una comunità di donne riunite in un gruppo WhatsApp, ognuna con un nickname. Donne che vivono in diverse regioni d’Italia, una anche negli Stati Uniti, e sono entrate in contatto grazie ai social.

“Un tumore sconvolge la vita – racconta – e, dalla mia esperienza, ho capito l’importanza di un confronto con persone che stanno vivendo sulla loro pelle questa patologia. Sul gruppo parliamo dei nostri problemi, delle famiglie, di controlli e terapie, cercando di avere un atteggiamento positivo per non lasciarci andare allo sconforto. Ci scambiamo ricette e consigli, parliamo anche di argomenti intimi come il sesso".

Un’àncora social per aiutare chi sta affrontando la battaglia, fatta anche di passaggi traumatici come la perdita dei capelli dovuta alla chemioterapia. "Mio figlio, che all’epoca aveva 13 anni, ha deciso di rasarsi anche lui quando ho dovuto tagliare i capelli – prosegue Roberta – . Un gesto simbolico che, per me, è stato di grande supporto. Nel gruppo pubblichiamo anche le nostre foto, che testimoniano i passaggi del periodo delicato che stiamo vivendo. L’obiettivo è quello di aiutarci a vicenda, con uno strumento in più rispetto alle forme di supporto familiare e non che già esistono, perché la cosa peggiore in questi casi è avvertire un senso di abbandono. Con le ragazze del gruppo ci siamo anche incontrate fisicamente".

Roberta, che abita con il marito e i figli a Lungavilla, in provincia di Pavia, coltiva un sogno nel cassetto, quello di scrivere un libro sulla strage di Nizza, dopo che il processo di primo grado a carico di 8 fiancheggiatori e intermediari si è concluso con condanne fino a 18 anni di carcere.

Mettere nero su bianco anche il ricordo di quella notte, delle ore di angoscia e della corsa in auto dalla Lombardia alla Francia quando è emerso che tra le vittime identificate c’erano anche i quattro amici lombardi, che stavano trascorrendo una tranquilla vacanza finita in tragedia.