LUCA TAVECCHIO
Cronaca

Nico Ralli e Davide Mengoni, 1.000 chilometri a piedi dalla Puglia a Milano: “Era uno scherzo, è diventato un viaggio meraviglioso”

I due ragazzi sono partiti da Santa Maria di Leuca il 3 settembre all’insegna dell’improvvisazione: “Nessuna attrezzatura particolare, volevamo stare solo a contatto con la natura, così abbiamo iniziato a camminare”

Nico Ralli e Davide Mengoni

Milano – "Siamo partiti da Canosa e stasera dovremmo arrivare a Orta Nova”. Il condizionale è d’obbligo perché l’imprevisto è sempre dietro l’angolo e, soprattutto, perché per Nico Ralli e Davide Mengoni l’improvvisazione è quasi una ragione di vita.

“Se tutto va bene”

Su Instagram si chiamano tipi_atipici. E atipici lo sono davvero. I due ventenni, uno di Arezzo l’altro di Tolentino (Macerata), si sono messi in cammino il 3 settembre da Santa Maria di Leuca, la punta più a sud del tacco dello Stivale, con l’obiettivo di raggiungere Milano “nel minor tempo possibile – dice Nico – Se tutto va bene dovremmo arrivare verso il 25 ottobre, se tutto va male arriveremo dopo. Chissà”.

Nico Ralli e Davide Mengoni
Nico Ralli e Davide Mengoni

10 euro al giorno

“Chissà” sembra essere una parola chiave del viaggio di questi due giovani studenti di Scienze Motorie all’Università di Perugia, che ha poche e semplici regole. La prima è quello che lo rende unico: “Il viaggio dev’essere fatto solo a piedi – spiega Davide – nessun mezzo di locomozione è ammesso”. La seconda riguarda i soldi. Perché, insomma, sono capaci tutti di girare il mondo con una carta di credito. “Abbiamo un budget giornaliero di 10 euro, dentro i quali deve starci tutto”. Che poi tutto è solo mangiare e dormire. L’ultima regola riguarda il tempo: “Arrivare il prima possibile”. Approssimativa, appunto, come tutto questo viaggio.

Improvvisare

E forse il bello dell’impresa dei due ragazzi è proprio nella mancanza di pianificazione, nella totale improvvisazione. “L’idea è nata per caso, quasi per scherzo, quest’estate mentre tornavamo da Rimini. All’inizio doveva essere Perugia-Milano. Poi, pensandoci ci siamo: detti se lo facciamo, lo dobbiamo fare per bene. Dalla punta più a sud. Così abbiamo scelto Santa Maria di Leuca”.

"Massì dai, facciamolo”

Quasi mille chilometri a piedi. Chissà quanta preparazione alle spalle, chissà che studio, chissà che discussioni. Neanche per idea. “Non ne abbiamo più riparlato per mesi. Poi una mattina, giusto una settimana prima di partire, Davide mi dice: Allora? Lo facciamo eh”. Massì dai, lo facciamo. 

Niente attrezzatura

Nell’epoca degli equipaggiamenti tecnici a quattro zeri, delle app di fitness e dei workout iperspecializzati, Nico e Davide hanno scelto la strada opposta: “L’attrezzatura? Ho comprato la tenda e un paio di scarpe da running qualche giorno prima della partenza. Due cose che ho dovuto abbandonare quasi subito per strada. La tenda era troppo pesante, le scarpe mi avevano provocato un’infiammazione del tendine. Tanto che per un po’ abbiamo fatto a turno con un solo paio di scarpe. Uno usava le scarpe, l’altro le ciabatte”.

Chiacchiere e canzoni

Per la stessa ragione del viaggio, viaggiare, cantava De Andrè e questi due ragazzi sembrano aver fatto proprio il verso della canzone. Niente menate esistenzialiste, niente atteggiamenti da guru, niente lezioni per nessuno. “Siamo semplicemente partiti e abbiamo iniziato a camminare. Volevamo fare qualcosa di diverso. Uscire dalla routine e stare a contatto con la natura. Cosa facciamo tutto il giorno? Parliamo tra di noi, scherziamo. Qualche volta cantiamo”. 

La scoperta  

Questo non vuole dire che durante il viaggio, benché la meta sia ancora molto lontana, qualche scoperta, qualche rivelazione, non li abbia sorpresi, attenuando la fatica e stimolando la loro curiosità. Perché viaggiare è scoprire, no? E la loro scoperta è stata innanzitutto la bellezza del paesaggio. “Abbiamo visto più tramonti in queste settimane che in tutta la vita su Instagram. Ed erano tutti bellissimi”. L’altra rivelazione sono state invece le persone. “Abbiamo incontrato gente splendida, che ci hanno accolto. Chi ci ha offerto un letto, chi un pasto. Certo, poi è anche capitato che abbiamo dovuto dormire per strada...”.

La pasta di mamma

Ma non ditelo ai genitori. I quali, quando hanno sentito lo strampalato progetto, prima hanno pensato a uno scherzo, poi si sono opposti in tutti i modi. Ma non c’è stato nulla da fare. Del resto, lo scopo non è mica quello di prepararli a lasciare il nido? “Ce ne hanno dette di tutti i colori. Ci hanno prospettato le peggio disgrazie. Alla fine però si sono dovuti arrendere. Tanto, ci hanno detto tra tre giorni sarete a casa a implorare un bel piatto di pasta. Con mia mamma ho addirittura scommesso 50 euro che non saremmo durati più di qualche giorno. Beh, ho vinto 50 euro”. Da riscuotere al ritorno, naturalmente. Quando? Beh, quello non si può sapere.