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Niccolò Bettarini intercettato: "I miei aggressori picchiati in carcere da ultrà"

Il figlio di Simona Ventura, accoltellato davanti a una discoteca, lo avrebbe rivelato a un amico. Ma i capi del tifo interista smentiscono

Niccolò Bettarini esce dall'ospedale

Milano, 7 settembre 2018 - Niccolò Bettarini, il figlio 19enne di Stefano Bettarini e Simona Ventura aggredito lo scorso 1 luglio a coltellate davanti ad una discoteca milanese, quando era in ospedale, stando ad un'intercettazione agli atti del procedimento a carico dei quattro fermati per tentato omicidio, avrebbe "ricevuto la visita dei capi della curva dell'Inter", i quali "gli hanno detto - come viene riassunto in un'informativa - che a San Vittore hanno fatto picchiare i suoi aggressori, li hanno fatti gonfiare come le 'prugne' sia dagli sbirri che da quelli dentro". L'informativa, agli atti dell'inchiesta della Squadra mobile e coordinata dal pm Elio Ramondini, riassume un'intercettazione del 7 luglio scorso nella quale Bettarini parla al telefono con un amico.

Nell'intercettazione, contenuta negli atti depositati per il processo ai quattro fermati, tra cui Davide Caddeo, che avrebbe materialmente sferrato le otto coltellate, Bettarini parla con un amico e, come riassumono gli investigatori, i due fanno riferimento a un ultrà dell'Inter "che vuole parlare" con il 19enne "e sapere chi è stato ad aggredirlo". E Niccolò chiede all'amico "di aspettare qualche giorno poi gli farà sapere quando possono incontrarsi". Poi, parlando sempre al telefono con un altro amico, Bettarini spiega "come è nata la lite che ha portato alla sua aggressione, confermando - scrivono gli investigatori - ancora una volta quanto emerso nel corso delle indagini".

Nei prossimi giorni, dopo il deposito delle istanze delle difese, verrà fissato il processo con rito abbreviato per i quattro: Davide Caddeo, difeso dal legale Antonella Bisogno, Alessandro Ferzoco, difeso dall'avvocato Mirko Perlino, e gli albanesi Andi Arapi (con l'avvocato Simona Uzzo) e Albano Jakei (con il legale Daniele Barelli). La difesa di Ferzoco ha già chiesto al gup Guido Salvini l'acquisizione delle cartelle cliniche per valutare l'entità delle lesioni rispetto all'accusa formulata e la testimonianza in aula di Bettarini (parte civile nel processo) sulla ricostruzione di quanto accaduto. Condizioni dell'abbreviato su cui il gup dovrà decidere.

LA REPLICA - I capi ultrà dell'Inter smentiscono, attraverso l'avvocato Mirko Perlino che assiste il direttivo della curva nord, di avere fatto picchiare gli aggressori di Stefano Bettarini in carcere. "Non conosciamo Bettarini - fanno sapere attraverso il legale - non abbiamo mai fatto visita in  carcere alle persone arrestate per la sua aggressione né,soprattutto, le abbiamo fatte picchiare". L'avvocato Perlino riferisce anche che il suo assistito Alessandro Ferzoco, tra i 4 in carcere, non gli ha riferito di nessun pestaggio subito in carcere. E non gli risulta che nemmeno gli altri siano stati picchiati dietro le sbarre".