Nella trappola dell’usuraio Il pestaggio in via Padova e l’occhio destro a rischio

Soldi prestati per ripianare debiti di gioco e restituzioni a tassi spropositati allo strozzino. Poi la denuncia ai carabinieri, l’inchiesta su telefoni e auto e l’arresto di due pregiudicati

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Un tunnel senza uscita. Prima il gorgo del gioco che lo risucchia, tra le puntate alle slot machine e le partite virtuali sul web. Poi l’impellente bisogno di soldi per ripianare le perdite e la figura di un usuraio che si fa sempre più presente e minacciosa, con pressanti richieste di rientrare dai prestiti a tassi spropositati. Il 21 settembre scorso, l’ultimo atto dell’escalation: un violentissimo pestaggio che rischia di costare l’occhio destro al debitore e che lo ha convinto a raccontare tutto alle forze dell’ordine. Proprio grazie alla denuncia del trentasettenne, ieri mattina i carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia Monforte hanno portato in carcere due italiani di 32 e 57 anni, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare per lesioni personali aggravate in concorso, estorsione e usura.

La storia inizia nel 2017, quando l’uomo si rivolge al trentaduenne, pregiudicato come il presunto complice, per farsi prestare 10mila euro; in cambio gliene renderà 16mila (via poste pay), 6mila in più di quelli presi inizialmente. Col passare del tempo, il credito vantato dallo strozzino cresce fino a 25mila euro, peraltro quasi tutti restituiti. L’estorsore, però, continua a fare richieste, pretendendo continuamente denaro e incrementando il livello di intimidazione. Fino al 21 settembre, quando i due si presentano con un’Audi Q5 davanti alla pasticceria in cui lavora il trentasettenne, in via Padova, e lo pestano: il primo pugno in faccia fa crollare a terra l’uomo, che poi viene colpito a più riprese con calci e pugni, indirizzati soprattutto al volto. Il ferito viene soccorso e trasportato inizialmente al San Raffaele, dove i medici si accorgono subito della gravità delle lesioni all’occhio destro, tali da pregiudicarne una ripresa piena. Seguiranno altri ricoveri all’istituto Galeazzi per la frattura delle pareti orbitali e all’ospedale di Melzo per lesioni giudicate guaribili in 30 giorni. La speranza dei sanitari è che col passare del tempo l’occhio possa recuperare gradualmente le sue funzionalità, ma i miglioramenti auspicati faticano a palesarsi: ancora a dicembre, il trentasettenne non era in grado di distinguere neppure le ombre con l’occhio destro.

Nel frattempo, le indagini dei militari si concentrano sull’auto e sui tabulati telefonici, con un complesso lavoro di incrocio dei dati per dimostrare che la Q5 era in uso esclusivo al trentaduenne e che in determinati momenti della giornata il suo telefono agganciava le celle che coprono le porzioni di territorio percorse negli stessi minuti dall’Audi. Un metodo che ha portato ai riscontri necessari per sorreggere il grave quadro accusatorio.Nicola Palma

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