Nella malattia condividere aiuta a guarire

Nasce un canale YouTube dedicato all’esperienza trascorsa o attuale dei pazienti oncologici del reparto dell’ospedale di Rho

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di Roberta Rampini

Un canale YouTube dedicato all’esperienza che i pazienti Smart hanno vissuto o stanno ancora vivendo nel reparto di oncologia dell’ospedale di Rho. Il progetto pilota “Articolo 17 – I pazienti hanno il diritto di essere attivi” è stato avviato dall’associazione “La Lampada di Aladino” nelle scorse settimane e ora debutta con i primi due video, il primo di presentazione del progetto e il secondo di testimonianze di malati che sono stati in cura nel reparto dell’Asst Rhodense.

"Attraverso la messa in campo di quella che possiamo definire una scienza laica, cioè l’esperienza di chi ha vissuto direttamente la malattia e ne conosce da vicino le caratteristiche che non si possono studiare in nessun libro di testo, stiamo dando il via a una grande avventura che produrrà letteratura", spiega Davide Petruzzelli, presidente dell’associazione La Lampada di Aladino. Periodicamente il canale YouTube presenterà le “pagine” del diario del paziente, ma anche episodi con racconti sul quotidiano che si vive nel reparto oncologico. Nel progetto sono coinvolti anche i volontari dell’associazione al fianco del personale sanitario durante le attività con i pazienti.

È proprio il direttore dell’unità operativa, Roberto Bollina, a spiegare l’importanza del confronto con i volontari dell’associazione: "Il fatto di avere un’associazione come ‘La Lampada di Aladino’, che collabora e porta avanti un progetto insieme a medici e infermieri del reparto rappresenta un valore aggiunto. Pazienti Smart e personale sanitario insieme sono un connubio che favorisce lo sviluppo empatico di una relazione comunicativa con i pazienti".

Nel secondo video i protagonisti sono i pazienti. Annalisa Radice ed Elena Parravicini, entrambe volontarie dell’associazione, hanno riletto il loro percorso e lo hanno condiviso: "Dopo l’esperienza di malattia non volevo mettere un punto, ma al contrario desideravo approfondire quello che era successo – spiega Annalisa –. Ho quindi deciso di intraprendere un percorso formativo per provare a essere di aiuto a chi si trova a vivere una malattia come la mia. Perché paziente Smart significa anche paziente facilitatore".

Tra gli obiettivi del progetto c’è proprio quello di migliorare la presa in carico e il percorso di cura del paziente oncologico, e nessuno meglio di chi quel percorso lo ha già fatto può aiutare medici e infermieri. "Essere un paziente Smart rappresenta un processo in continuo divenire – aggiunge Elena –. Da un lato c’è la conoscenza vissuta della malattia e della terapia, dall’altro la volontà di capire di più, perché avere gli strumenti per assimilare i concetti medico-scientifici ’aiuta la mente e accende lo spirito’ e agevola il rapporto con il mondo sanitario".

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