BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Nel mirino dei vandali. Danneggiate la primaria e la casa delle associazioni

Il doppio raid nella notte per portare via pochi spiccioli dai distributori. Furioso il sindaco di Melzo: "Li chiamo con il loro nome: delinquenti".

Nel mirino dei vandali. Danneggiate la primaria e la casa delle associazioni

Nel mirino dei vandali. Danneggiate la primaria e la casa delle associazioni

"Li chiamo con il loro nome: delinquenti". Antonio Fusè non usa mezze parole per commentare il raid che l’altra notte ha causato parecchi danni alla casa delle associazioni, a Melzo. Il tempio del volontariato “visitato“ dai soliti ignoti "per arraffare qualche monetina. Inconcepibile – ripete il sindaco come se non riuscisse a crederci –. Questi sono gesti che lasciano sgomenti, come si fa ad arrivare a tanto?". Non è stata la sola tappa del tour del commando "entrato anche nella scuola De Amicis, lì accanto, per scassinare la macchinetta del caffè e prelevare un altro lauto bottino, pochi spiccioli. Per sistemare tutto ci vorrà qualche migliaio di euro, ma voglio che sia chiaro: i teppisti hanno passato il segno. Non faremo sconti a nessuno".

"Assaltare luoghi e beni pubblici è gravissimo, ma farlo ai danni di chi si spende per il prossimo è vergognoso, come depredare i cimiteri". Le indagini sono in corso, "e come in passato contiamo di individuare i responsabili e di chiamarli a rifondere i costi che sono a carico di tutti". La scuola ha già sporto denuncia, l’amministrazione lo farà in queste ore, dopo aver raccolto la decina di gruppi offesi dalle incursioni.

È solo l’ultimo di una serie di episodi di questa natura in città. A metà febbraio un gruppo di minorenni aveva strappato le bandiere al Portico della pace, ma le telecamere avevano ripreso tutto e le fattezze dei tre giovanissimi responsabili sono state catturate dagli occhi elettronici. "Il bruttissimo gesto è avvenuto alle 2.45, stiamo lavorando per contrastare i bivacchi notturni", sottolinea il primo cittadino. E poi c’era stato il vandalismo, a inizio anno, alla panchina rossa sempre in centro contro la violenza sulle donne. "Doppia ferita anche quella volta – ricorda Fusè – proprio davanti al municipio. Un’aggressione a un bene pubblico e una mancanza di rispetto nei confronti di un simbolo della lotta ai femminicidi".

Il giro di vite è già scattato: "In passato qualche famiglia mi ha chiesto comprensione, ma queste non sono ragazzate. C’è qualcosa di più. E non possiamo certo ignorarlo".