ANNA GIORGI
Cronaca

Nel 2021 nove vittime. Quattro condanne per l’incubo in piazza

Il veglione, la caccia alla donna e i selfie postati online. Scattarono anche le rapine. Pene fino a oltre 5 anni.

Il veglione, la caccia alla donna e i selfie postati online. Scattarono anche le rapine. Pene fino a oltre 5 anni.

Il veglione, la caccia alla donna e i selfie postati online. Scattarono anche le rapine. Pene fino a oltre 5 anni.

Torna l’incubo delle violenze di Capodanno? I contorni di quanto successo sono da definire.

In queste ore ci sta lavorando la squadra mobile che, per ora, è in attesa della denuncia della vittima che ha lanciato l’allarme sul giornale belga e forse già in questi giorni potrebbe depositare a Milano un racconto preciso di fatti, luoghi e ora. La Procura, ad oggi, non ha aperto alcun fascicolo. È un brutto dejà vu però, perché tre anni fa nella notte tra il 31 dicembre del 2021 e il primo gennaio del 2022 nove ragazze furono stuprate proprio in piazza Duomo da una trentina di giovani stranieri. E la modalità sembra ancora la stessa. Tre anni fa si parlò di “taharrush jama“, un’espressione in lingua araba che significa letteralmente “molestia collettiva”: un’aggressione sessuale di massa nei confronti di una donna, che può anche sfociare nello stupro. La pratica è stata documentata per la prima volta in Egitto nel 2005, quando fu utilizzata dalle forze dell’ordine come strumento di repressione contro le donne che protestavano al Cairo a piazza Tahrir. Approccio gentile che si fa invadente per distrarre la vittima, poi un “muro“ di uomini che danno le spalle alla ragazza per nascondere l’assalto del branco che diventa violenza sessuale quando la trentina di uomini spintonano, palpeggiano, strappano i vestiti e graffiano, lasciando la vittima nuda e sanguinante, sull’asfalto. Ecco il metodo che utilizzarono i ragazzi, ritenuti a vario titolo autori dello stupro di gruppo che si consumò in piazza Duomo.

Ci furono 18 perquisizioni, quattro arresti e altrettante condanne a vario titolo da tre anni e dieci mesi a cinque anni e dieci mesi. Quella notte gli autori dell’aggressione sessuale così brutale rapinarono anche le vittime di borsa e cellulare, per poi postare sui social una foto di loro dopo quella che ritenevano "una bravata da ragazzi".

Così, con i selfie, consegnarono la loro identità alla polizia che li andò a prendere a casa dopo poche ore. Tutti ragazzi “difficili“ della periferie Milanese che avevano imitato per noia i fatti successi a Colonia, in Germania, nel 2016. Ora questo altro caso a distanza di tre anni, avvenuto in una sorvegliatissima notte di Capodanno, in cui il questore Bruno Megale aveva messo in piazza duecento agenti.