Ieri a Palazzo Reale di Milano, oggi nella Villa Reale di Monza, torna a metter piede un Bonaparte: Charles, discendente di Jerome, fratello minore del più celebre Napoleone. L’occasione è l’ingresso di Palazzo Reale nella Fédération Européenne des Cités Napoléniennes, comunicato ieri nella prestigiosa Sala degli Arazzi della reggia cittadina. Puntuale, almeno lui, Charles ha salutato nel suo elegante francese, senza traduttore. Certo che i milanesi (eredi del Manzoni che il francese meglio lo parlava dell’italiano) avrebbero capito benissimo. Sia il suo stesso giudizio sospeso sull’ambiguo antenato: fu vera gloria? Sia lo scopo della Fédération che Charles ha fondato nel 2004, e che riunisce 50 città e territori in Francia e in Europa, compresa Plymouth, dove Napoleone si era arreso definitivamente alla Royal Navy, tenuto a bordo della HMS Bellerophon, con migliaia di persone accorse per vedere il prigioniero. Chiaro, soprattutto, il sogno napoleonico di un’Europa forte e indipendente: "Unita non solo dalle armi, ma da leggi e codici unici; svecchiata dal feudalesimo, moderna, anzi quasi contemporanea, grazie alla cultura, scienze, arti, giurisprudenza".
Perciò, Destination Napoleon ha ottenuto il Certificato di Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa. Come ha sottolineato Domenico Piraina, direttore di Palazzo Reale, che attraverso sinergie e contributi anche finanziari potrà essere ulteriormente valorizzato: "Operazione non semplice, il restauro della Sala di Napoleone, fatta realizzare appositamente per la sua incoronazione a Re d’Italia nel 1805, dettando specifiche richieste per i colori bianco, oro e molto verde (associato all’Italia) delle decorazioni.
Oggi ammiriamo quel che resta della fastosa volta, pervenuta nonostante le distruzioni dell’ultimo conflitto mondiale. Una mostra dedicheremo ad Andrea Appiani, pittore ufficiale del nuovo regime napoleonico, autore degli affreschi che poi da qui sono stati staccati, ora conservati a Villa Carlotta di Tremezzo: l’apoteosi del neo Giove, e le lunette con la Forza, la Giustizia, la Temperanza e la Prudenza". Auspicabile, pure il loro ritorno a Palazzo.
Anna Mangiarotti