La storia di Mustafà, il migrante arrivato a Milano e che i genitori credevano morto

Il 23enne è stato trovato in stato confusionale e portato in ospedale. Solo grazie alle ricerche dell'ufficio immigrazione della questura e del consolato della Guinea potrà riabbracciare i suoi cari

Mustafà con i poliziotti

Mustafà con i poliziotti

Milano, 9 ottobre 2022 - Una storia di speranza e di straordinaria umanità quella di Mustafa, un ragazzo di 23 anni, che sei anni fa ha lasciato il suo paese, Guinea Conakry, credendo di trovare l'America in Italia. Così non è stato. Una storia apparentemente simile a quella di tanti ragazzi africani che affrontano un lungo viaggio in cerca di un futuro migliore. Mustafà ci prova, ma non riesce a integrarsi: vive in clandestinità, senza un'identità, senza una casa e senza un lavoro.  Lo scorso giugno viene trovato a Milano in stato confusionale e in precarie condizioni igieniche e viene accompagnato al pronto soccorso dell'ospedale Niguarda: dalla sensibilità dei medici del Centro di etnopsichiatria e dalla necessità di dare un'identità al giovane, è  iniziata una stretta collaborazione tra l'ospedale, l'Ufficio immigrazione della questura di Milano e il consolato della Guinea.

Il console della Guinea, grazie alle informazioni fornite dall'Ufficio Immigrazione milanese, con non poche difficoltà, è riuscito a rintracciare  in Guinea Conakry la famiglia del 23enne, che lo riteneva morto. Dopo averlo cercato a lungo, e sperato di riabbracciarlo, si erano arresi di fronte all'impossibilità di avere contatti con quel figlio partito in cerca di fortuna e di una vita migliore. Quella vita che, segno del destino, come un novello Alchimista, Mustafà troverà nella stessa terra da cui è partito. I poliziotti della questura di Milano hanno infatti organizzato il suo rientro con un volo di linea, direzione Conakry, dove ad accoglierlo ci sarà tutta la famiglia.

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