BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Da Beppe Saronni a Eddy Merckx: Colnago vuole creare il Museo delle bici dei campioni

Il nuovo progetto di Ernesto Colnago: “La Collezione”, mille metri quadrati dove esporre i suoi gioielli

Ernesto Colnago

La storia leggendaria di un marchio nei modelli che hanno cambiato ciclismo e campioni. Ernesto Colnago, 90 anni compiuti a febbraio, non ha mai smesso di essere creativo. E anche adesso che potrebbe riposarsi dopo la cavalcata imprenditoriale che l’ha portato dalla piccola officina di Cambiago, dove tutto cominciò nel Dopoguerra, sul tetto del mondo con le sue biciclette, ha già pronto un altro progetto: la Collezione. Il Museo che proprio nel borgo della Martesana alle porte di Milano metterà i gioielli di famiglia a disposizione di tifosi e pubblico. Mille metri quadrati di puro godimento per gli appassionati. Un regalo di Natale, le porte del prezioso scrigno apriranno a fine anno, nelle sue stanze, ricordi, sogni, emozioni, idee che prenderanno forma dove tutto è nato tutto.

I pezzi di Ernesto - come la bici dei Record dell’ora di Merckx, quella di Saronni del mondiale di Goodwood, le cinque perle vittoriose a Roubaix con la Mapei solo per citare le più famose - sono conosciuti in tutti i continenti e ciclisti di tutto il mondo non vedono l’ora di lustrarsi gli occhi con questi tesori di artigianato tecnologico. "In mostra ci saranno 70 anni di uno sport che ha forgiato la mia generazione - dice Marcello Appiani, 80 anni, ex operaio Colnago -. Sono entrato in azienda a 14 anni e ne sono uscito con i capelli bianchi. Sono stato immerso nel mito quasi senza accorgemene, in fondo non ho mai fatto altro. Ho avuto il privilegio di andare in bici al lavoro e di tornare a casa a pranzo tutta la vita. Americani, inglesi, francesi, eravamo a contatto con tutti quando non era normale, come oggi. Ernesto Colnago è stato un punto di riferimento: sempre pronto ad aiutare tutti. È uno che vede le cose in anticipo. Si imbarcava in un progetto solo quando era sicuro di tagliare il traguardo. È stato una sicurezza". A 13 anni, per entrare alla mitica mitica fabbrica di biciclette Gloria di Milano come saldatore, modifica la data di nascita sui documenti. E nel 1954, quando apre la piccola bottega a Cambiago, 5 metri per 5, che ospiterà la Collezione, il papà taglia un suo gelso per realizzare il banco da lavoro: i soldi sono quelli che sono, bisogna accontentarsi. Del suo "Made in Italy" dice: "Nasce da cuore, polvere, fango, cadute. E milioni di chilometri pedalati". Ogni sua opera si porta dentro tutto.