Giro di vite sull’aperitivo selvaggio: stop agli alcolici da asporto dalle 19

Stretta del Comitato per l’ordine e la sicurezza: bevande solo a chi è seduto nei locali o ai tavoli esterni. Il sindaco: "Spero non ci sia bisogno di altre restrizioni, non mi va di avere l’atteggiamento da sceriffo"

Via Lecco il venerdì sera

Via Lecco il venerdì sera

Milano, 26 maggio 2020 - Giro di vite sulla movida . La stretta, preannunciata dalle dichiarazioni domenicali del sindaco Giuseppe Sala e del governatore Attilio Fontana, è stata pianificata ieri pomeriggio nel corso del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, presieduto a Palazzo Diotti dal prefetto Renato Saccone, e diventerà operativa stasera. Ecco la decisione: stop alla vendita per asporto di alcolici e super alcolici a partire dalle 19, così da scongiurare gli assembramenti di centinaia di persone in piedi all’esterno dei bar, come successo lo scorso weekend. I locali potranno restare aperti fino all’una, ma la vendita, dopo le 19, sarà riservata ai clienti che consumeranno le bevande all’interno degli esercizi commerciali o ai tavolini esterni, quindi dove sia possibile osservare le misure di distanziamento sociale. Nelle prossime ore, il questore Sergio Bracco predisporrà un’ordinanza sull’impiego di carabinieri, polizia, Guardia di finanza e ghisa nelle aree considerate più a rischio (dalla Darsena all’Arco della Pace, dalle Colonne a corso Como), assegnando a ogni forza di polizia la zona di competenza da sorvegliare. I divieti saranno estesi ai negozi di prossimità, specie quelli vicini ai luoghi più frequentati, mentre non riguarderanno i supermercati.

L’obiettivo dichiarato è quello di evitare che si ripetano scene come quelle immortalate venerdì da foto e video finiti sui social, che hanno scatenato una dura polemica tra chi chiede di tornare subito alla normalità e chi pretende rigore per non ripiombare nel lockdown. "Di fatto quello che sanzioneremo sarà il consumo di alcolici in piedi se non sarà in un luogo dedicato, definito come spazio prospiciente al bar", ha spiegato Sala a fine incontro. Escluse per adesso misure più drastiche, come quella prevista dalla circolare del Viminale di una settimana fa, che dà ai primi cittadini la facoltà di chiudere temporaneamente intere zone dove non sia possibile rispettare le distanze di sicurezza. "Mi auguro che non ci sia bisogno di fare nient’altro di restrittivo, però anche noi stiamo sperimentando e cercando di capire qual è la “gradazione“: non mi va certamente di avere nessun atteggiamento da sceriffo e non credo che sia neanche sano", ha aggiunto il primo cittadino.

Questa settimana servirà da test, per capire se i provvedimenti adottati siano sufficienti a garantire il contenimento del contagio; in caso contrario, potrebbe scattare un’ulteriore stretta. "Verificheremo quello che succede e lunedì ci rivedremo", ha aggiunto Sala, spiegando che le scelte del Comitato "richiedono qualche sacrificio a tutti, ma non mettono in difficoltà nessuno, in particolare gli esercenti". Già in mattinata, nel consueto videomessaggio su Facebook, il sindaco aveva fatto intendere che qualche provvedimento contro la movida selvaggia sarebbe stato preso in giornata in accordo col prefetto, soprattutto per evitare gli assembramenti davanti ai locali: "Dobbiamo trovare una formula. È chiaro che io vorrei evitare chiusure a tutela di chi sta lavorando, però è altrettanto chiaro che questo weekend non è stato sereno e non possiamo immaginarne un secondo in questo modo".

Il primo cittadino milanese, lo scorso 8 maggio, era stato il primo sindaco a lanciare l’allarme movida, denunciando gli assembramenti senza mascherina sui Navigli con parole durissime, poi ammorbidite nei giorni seguenti. Ma le segnalazioni dei milanesi residenti nelle vie dei locali, e non solo, sono continuate: "Io ricevo centinaia di messaggi, foto di assembramenti nelle vie, nei parchi. Bisogna trovare una formula e qui denuncio tutta la mia frustrazione, e anche quella dei sindaci delle grandi città italiane, perché gli inviti al buon senso, alla responsabilità funzionano anche pochino. Ed è illusorio promettere ai cittadini di riuscire a controllare tutto. Vorrei dire a tutti: evitiamo di metterci in due parti avverse, cioè chi si diverte eccedendo e chi, da casa, denuncia questi comportamenti. Cosa che sarà anche naturale, ma sta avvenendo".

La soluzione di vietare il consumo di alcolici e superalcolici da asporto davanti ai locali vuole essere una mediazione per provare ad accontentare tutti, gestori dei locali, clienti e residenti. Ma non tutti, in Comune, sono convinti che funzionerà. Il capogruppo di Forza Italia Fabrizio De Pasquale va all’attacco: "Sala è sempre in ritardo sulle decisioni operative. Ha scoperto oggi ( ieri, ndr ) che esiste la movida selvaggia, quella di chi non consuma nei locali ma si serve di ambulanti abusivi e market 24 ore su 24. Bastava disporre già giovedì scorso la polizia locale nelle dieci aree della movida milanese e ci saremmo evitati tonnellate di inchiostro". Anche l’assessore regionale alla Sicurezza Riccardo De Corato boccia la linea concordata da Comune e Prefettura: "Sala aveva detto che avrebbe affrontato la problematica degli assembramenti nelle zone della movida e oggi la montagna ha partorito un topolino. La misura di non vendere alcolici e super alcolici d’asporto dopo le 19, alla quale è giunto il primo cittadino dopo l’incontro in Prefettura, non porterà certo a grandi miglioramenti per quanto riguarda gli assembramenti che abbiamo visto nel weekend".  

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