Movida, retromarcia del Comune: stop ai divieti sull’alcol all’aperto

Revocata l’ordinanza anti-assembramenti. "La cittadinanza ha acquisito consapevolezza sulle regole"

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di Massimiliano Mingoia e Nicola Palma

È durata poco più di una settimana l’ordinanza anti-alcol notturno del sindaco Giuseppe Sala. Ieri, infatti, è arrivato il dietrofront del Comune, annunciato nel corso della riunione mattutina del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, presieduto a Palazzo Diotti dal prefetto Renato Saccone: l’amministrazione, rappresentata al tavolo dalla vicesindaco e assessore alla Sicurezza Anna Scavuzzo, ha deciso di tornare sui propri passi, come preannunciato domenica da Sala, revocando il provvedimento (firmato alle 18 del 26 maggio e con validità fino alla mezzanotte del 15 giugno) che ha imposto lo stop alla vendita di alcolici da asporto dopo le 19 e il divieto di consumarli in tutta la città fino alle 7 del mattino, anche all’interno di parchi, giardini e aree verdi.

Un provvedimento che era stato assunto d’urgenza per porre un freno alle scene da "aperitivo selvaggio" immortalate in più punti della città subito dopo la riapertura al pubblico di bar e locali, che avevano fatto temere una pericolosa ripresa dei contagi provocata dagli assembramenti in zona movida. Dopo otto giorni, durante i quali i controlli delle forze dell’ordine hanno evidenziato un sostanziale rispetto delle direttive dell’amministrazione (solo 5 le sanzioni comminate dai ghisa), è arrivato il dietrofront di Palazzo Marino, così motivato nell’ordinanza firmata in serata: "La cittadinanza ha acquisito una maggiore consapevolezza e responsabilità in ordine al rispetto del divieto di assembramento" e all’obbligo "dell’uso dei dispositivi di protezione individuali", come risulta anche da una relazione della polizia locale. E ancora: "La maggior parte dei cittadini spontaneamente evita il formarsi di assembramenti", e allo stesso tempo "i gestori degli esercizi commerciali e dei pubblici esercizi si sono attivati nel far osservare la distanza interpersonale e le altre misure di sicurezza". Ovviamente, il messaggio, questa decisione non va interpretata come un "liberi tutti": il monitoraggio proseguirà in maniera attenta e rigorosa, soprattutto in aree considerate a rischio come l’asse largo La Foppa-corso Garibaldi-corso Como, l’Arco della Pace e la zona dei Navigli e della Darsena.

Restano valide le regole di massima per limitare il rischio di una recrudescenza del virus: dal rispetto del distanziamento sociale all’obbligo di indossare la mascherina quando non si riesca a stare abbastanza lontani dal proprio interlocutore.

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