ALESSANDRA ZANARDI
Cronaca

"Quella moschea abusiva va chiusa": diventa un caso lo spazio usato da un’associazione islamica

San Donato, l’onorevole Fdi De Corato e il consigliere comunale Massera: edificio inadatto, problemi di sicurezza. La replica della fondazione “Giovani per il bene“: i momenti di preghiera sono compresi nel nostro statuto

Il presidente della fondazione “Giovani per il bene“ Aly Bedir nella sede di via Buozzi

Il presidente della fondazione “Giovani per il bene“ Aly Bedir nella sede di via Buozzi

San Donato Milanese – «Quella moschea è abusiva, chiudetela": Fratelli d’Italia invoca verifiche, e un giro di vite, sull’immobile di via Buozzi 33. "Numerosi cittadini hanno segnalato una grave e preoccupante situazione nella moschea abusiva di San Donato Milanese – dichiarano l’onorevole di Fratelli d’Italia Riccardo De Corato e il consigliere comunale locale Guido Massera –. L’immobile infatti risulta non essere stato accatastato come moschea, ma avere una destinazione di carattere produttivo e può essere utilizzato solo come associazione di promozione sociale".

I due politici segnalano un consistente flusso di fedeli che giornalmente si dirige verso la struttura, specie dopo le 18, e una conseguente situazione di sosta selvaggia, con tanto di "parcheggiatori abusivi". Il continuo viavai si sarebbe fatto consistente, in particolare, nell’ultimo mese, in concomitanza col Ramadan. "Il numero di persone che frequentano la moschea va ben oltre le normali capacità di riempimento dei locali", proseguono il deputato e il consigliere comunale, che ravvisano problemi di sicurezza e invocano la chiusura di questo luogo di culto. Massera in particolare, insieme agli altri consiglieri comunali di Fratelli d’Italia, ha inviato in questi giorni una segnalazione al sindaco di San Donato Francesco Squeri e alla polizia locale, ma anche a questura, prefettura e al ministro degli Interni Matteo Piantedosi.

L’immobile di via Buozzi 33 è di proprietà di una fondazione islamica, “Giovani per il bene“, nata nel 2020 e attiva, durante l’emergenza Covid, nella distribuzione delle mascherine anti-contagio. Si tratta di un ente di promozione sociale che svolge varie attività, dai corsi di arabo per italiani alla distribuzione di pacchi viveri ai bisognosi. "I momenti di preghiera sono ricompresi nel nostro statuto – osserva il presidente della fondazione, Aly Bedir, sottolineando di essere in regola con Scie e pratiche edilizie –. Inoltre le sedi degli enti del terzo settore, purché non di tipo produttivo, sono compatibili con tutte le destinazioni d’uso". Nessuna irregolarità, dunque, a detta del sodalizio. "Non capisco questo accanimento nei nostri confronti – aggiunge Aly Bedir–. Non facciamo niente di male, e credo che il fatto che le persone vogliano ritrovarsi a pregare, indipendentemente dalla fede professata, dovrebbe essere considerato un fatto positivo e non un problema, tantomeno di ordine pubblico".