È morto Giorgio Torelli, il giornalista delle “buone notizie”. Aveva 95 anni

Il cronista è morto nella sua casa di Milano. Iniziato al giornalismo nella Gazzetta di Parma, scrisse per il Giornale, Avvenire e Il Giorno

Giorgio Torelli (a destra) in una foto del 1980

Giorgio Torelli (a destra) in una foto del 1980

È morto all’età di 95 anni il giornalista e scrittore Giorgio Torelli. Uno sguardo, il suo, pronto a cogliere e raccontare le vite semplici e quotidiane come le imprese dei grandi protagonisti del suo tempo. Amava definirsi un cronista a caccia di “buone notizie”. Torelli è mancato nella sua casa a Milano, città in cui ha lavorato per oltre quarant’anni.

Nato a Parma il 26 febbraio 1928, formazione classica presso l’istituto Romagnosi di Parma, nel 1954 Torelli ha lasciato l'università al quinto anno di medicina per fare il giornalista a tempo pieno. Dopo soli tre mesi alla "Gazzetta di Parma", si è trasferito a Milano, dove, in 40 anni di carriera, ha fatto l'inviato speciale per sette quotidiani e cinque settimanali, tra i quali "Candido" (dal 1958 al 1961), "Grazia" ed "Epoca" (dal 1971 al 1974).

Nel 1974 è stato, con Indro Montanelli, tra i fondatori del "Giornale", di cui fu inviato. Sul quotidiano tenne per alcuni anni una fortunata rubrica, "Cosa nostra" (il titolo, volutamente allusivo, fu scelto dallo stesso Montanelli), che uscì ogni martedì, giovedì e domenica. Successivamente ha tenuto rubriche come opinionista sui quotidiani "Avvenire" e "Il Giorno". Dal 2012 collaborava stabilmente con la "Gazzetta di Parma", alternando alla produzione consueta anche articoli scritti integralmente in dialetto parmigiano.

Alla fine del 2013, quaranta di questi articoli sono stati raccolti in volume dalla "Gazzetta di Parma", sotto il titolo "Eravamo una piccola città". Torelli è autore di una trentina di libri, tre dei quali dedicati all'imprenditore Marcello Candia, che si fece missionario laico in Brasile: "Da ricco che era. La frontiera del dottor Candia sul Rio Delle Amazzoni" (Nuova Editoriale, 1979), "Luoghi della speranza. Il Brasile di Marcello Candia" (Silvana, 1992) e "Marcello Candia, che straordinaria persona" (Àncora, 2006).

Tra i suoi volumi: "Il Padreterno e Montanelli" (Àncora, 2006), "La luna nell'oblò. Sto volando di notte e la memoria si mette a raccontare" (Àncora, 2007), "I baffi di Guareschi. Ritratto a mano libera dell'inventore di Don Camillo" (Àncora, 2008), "Sul cappello che noi portiamo. Perché gli italiani amano gli Alpini" (Àncora, 2010), "Dal nostro inviato speciale nel presepio. Interviste esclusive"

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