Milano, sono già 14 i morti sul lavoro quest’anno: “Ecatombe intollerabile”

Nei primi due mesi dell’anno oltre cinquemila denunce di infortunio Nella Città metropolitana un terzo dei casi lombardi: vittime da 14 a 75 anni

Il flash mob per dire #BastaMortiSulLavoro organizzato da Cgil, Cisl e Uil in piazza del Plebiscito a Napoli

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Altri due morti, Angelo Zanin e Dario Beria, si aggiungono al tragico bilancio del 2023. Dall’inizio dell’anno sono già 14 le persone decedute sul lavoro in Lombardia. Solo nella Città metropolitana di Milano a gennaio e febbraio, secondo gli ultimi dati dell’Inail, si sono contate 5.253 denunce di infortunio (sono compresi anche gli infortuni in itinere, nel tragitto casa-lavoro).

In un territorio costellato da imprese e cantieri si concentra un terzo degli infortuni avvenuti in Lombardia che, nello stesso periodo, sono stati complessivamente 16.468: numeri in calo rispetto agli anni precedenti perché sono progressivamente venuti meno i casi Covid denunciati come infortuni sul lavoro.

Sono colpiti anche ragazzini sotto i 14 anni, e persone che per la loro età dovrebbero già essere in pensione. Persone come Giuseppe Danieli che, all’età di 71 anni, era al lavoro sul tetto di un capannone a Senago, è precipitato ed è morto per le ferite riportate nell’impatto con il suolo. Dario Beria, una delle vittime a Noverasco di Opera, aveva 69 anni.

“La manutenzione del verde pubblico e privato è per il territorio di Milano un settore di lavoro fondamentale, anche per le implicazioni collegate all’ambiente e al paesaggio urbano", sottolineano i sindacati Flai Cgil Milano, Fai Cisl Milano Metropoli e Uila Uil Milano.

"È un lavoro duro, con alti profili di rischio – proseguono – poiché svolto con attrezzature taglienti, in posizioni pericolose o, come nel caso di Opera, da postazioni sopraelevate. È necessario che tutti i soggetti coinvolti (i Comuni, la Città Metropolitana, Inail, Ispettorato del lavoro), adottino misure molto più stringenti per una valutazione dei rischi specifici e connessi a questi lavori, nell’ottica di una rafforzata attività preventiva e di sensibilizzazione sulla salute e sicurezza. Non possiamo tollerare che l’incuria, la mancata manutenzione degli strumenti di lavoro, l’ignoranza e l’inosservanza delle procedure, la pressione sulle tempistiche di lavoro, l’imperativo della riduzione dei costi, portino alla perdita di vite umane".

Il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, lancia un appello: "La magistratura faccia piena luce sulle cause di questa ennesima tragedia sul lavoro che si poteva evitare con più ispezioni, sanzioni, rispetto delle norme sulla sicurezza ma anche con prevenzione e formazione".

Eloisa Dacquino, segretaria confederale della Uil Lombardia, chiede alla Regione di "convocare con urgenza la cabina di regia per affrontare questa emergenza". Sull’ultima tragedia interviene anche la Cub, con il segretario confederale Marcelo Amendola che punta il dito sulla "corsa al risparmio fatta sulla pelle di chi esce di casa per recarsi al lavoro" e sui "tagli ai dispositivi di sicurezza".

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