Morti di Covid all’Ambrosiana Giudice respinge l’archiviazione e dispone nuove indagini

Un precedente interessante nella vicenda giudiziaria della “strage dei nonni“. Secondo il gip gli ordini di dispositivi sanitari non sono sufficienti a dimostrarne l’uso

di Anna Giorgi

MILANO

Respinta dal gip Chiara Valori la richiesta di archiviazione con nuova disposizione di indagare sul caso di quattro pazienti ricoverati alla Rsa Ambrosiana di via Olgettina, morti drammaticamente di Covid durante l’annus horribilis del 2020. Una ordinanza che si rivela interessante, come precedente, per le conseguenze giudiziarie della cosiddetta “strage dei nonni“ e per i familiari di tanti anziani morti nelle residenze sanitarie assistite milanesi e lombarde, le cui denunce sono state archiviate.

I fatti: il pm aveva presentato richiesta di archiviazione per le denunce relative alla morte dei quattro pazienti ricoverati, sull’assunto che la documentazione agli atti dimostrava la predisposizione da parte dell’Ambrosiana dì tutte le cautele necessarie al fine di impedire la diffusione del Covid 19. Per la procura non si poteva quindi contestare alcun profilo di negligenza nella condotta del personale e dell’organizzazione sanitaria. A conferma di ciò, il pubblico ministero aveva allegato le bolle e le fatture degli ordini da cui emergeva l’acquisto di grandi quantitativi di mascherine e di altri beni medico-sanitari necessari a far fronte all’emergenza. Il gip Valori ha ritenuto, invece, completamente insufficienti gli elementi a supporto della richiesta di archiviazione. "Anzitutto, infatti - si legge nell’atto con cui ha respinto la richiesta del pm - la predisposizione da parte della Rsa di apposite procedure volte al contenimento del contagio da Covid è condizione necessaria, ma non sufficiente per escludere eventualì profili di colpa, dovendosì altresì verificare l’effettivo rispetto di tali procedure in concreto. Occorre sottolineare, poi, che il dato in sé dell’acquisto di vari dispositivi di protezione individuale da parte della struttura, emergente dalle fatture e dalle bolle acquisite, non risulta dirimente per chiarire se tali dispositivi venissero effettivamente distribuiti e indossati". Peraltro, fa notare il gip: "un rilevante numero di fatture riguarda acquisti dei dispositivi è avvenuti dopo la morte dei pazienti". Quindi Valori dispone che venga sentito il legale rappresentante sulle procedure di sicurezza e prevenzione, sull’applicazione di misure di isolamento e dinamica della vicenda relativa ai pazienti approfondendo le ragioni del mancato ricovero in ospedale dei malati. Specificamente dovrà essere spiegato perché i pazienti sono tornati nelle Rsa prima dell’esito dei tamponi e quali misure sono state messe in atto per evitare i successivi contagi. "E’ un fatto molto positivo. Sono fiducioso che gli accertamenti suppletivi sapranno fare chiarezza su quanto accaduto all’interno della struttura. E’ un primo passo per accertare le responsabilità in relazione a delle morti che potevano essere evitate", spiega l’avvocato Federico Cortiana, difesore di una delle vittime.

mail: anna.giorgi@ilgiorno.net

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