Milano, la morte atroce di Maurizio Geloso: "Asfissiato, lo hanno lasciato solo"

La rabbia del fratello. L’autopsia fa luce sulle cause del decesso a Citylife, indagata la titolare della ditta

Nel cantiere di Via Spinola è avvenuto l'incidente sul lavoro

Nel cantiere di Via Spinola è avvenuto l'incidente sul lavoro

Milano, 11 febbraio 2022 - Una morte atroce, con la gabbia toracica schiacciata e l’ossigeno che non è più riuscito a entrare nei polmoni. Maurizio Geloso, l’operaio 57enne morto lo scorso 28 gennaio in un cantiere edile in via Spinola, a Citylife, sarebbe morto per asfissia in seguito al gravissimo infortunio sul lavoro. Gli esiti dell’autopsia, disposta dal pm di Milano Daniela Bartolucci, amplificano il dolore e la rabbia dei familiari. "Non si può morire sul lavoro così, soffocato, nel 2022. Bastava che ci fosse qualcuno vicino a lui e sarebbe ancora vivo", spiega uno dei fratelli. Maurizio Geloso viveva a Fontanetto Po, nel Vercellese. Un operaio esperto, con alle spalle trasferte in tutta Italia e anche in Abruzzo dopo il terremoto. Lavorava da anni per la Idrotermica Fragapane di Cermenate, un’impresa subappaltatrice nel cantiere milanese per conto della Enrico Colombo Spa, grossa azienda nel settore della costruzione di impianti tecnologici e industriali con sede nel Varesotto. 

Quel mattino il 57enne si trovava in un cestello elevatore d’acciaio quando, per cause che dovranno essere chiarite dall’inchiesta della Procura, è rimasto schiacciato tra il cestello e una grande trave in cemento armato, stipite di una porta che doveva controllare. Una tragedia senza testimoni. I colleghi lo hanno trovato solo in un secondo momento, dopo mezzogiorno, quando ormai non riusciva più a respirare. E hanno chiamato i soccorsi. Geloso, grazie anche all’intervento dei Vigili del fuoco, è stato liberato e trasportato in ambulanza al pronto soccorso della vicina clinica Sant’Ambrogio, dove però è morto poco dopo. Il pm ha aperto un’inchiesta, iscrivendo nel registro degli indagati, per l’ipotesi di reato di omicidio colposo, la presidente e legale rappresentante della Enrico Colombo. In questi casi un atto dovuto, anche per consentire di nominare consulenti di parte per gli accertamenti non ripetibili. E l’autopsia ha messo i primi punti fermi sull’episodio.

Per conoscere con certezza le cause del decesso bisognerà attendere l’esito degli ulteriori accertamenti, istologici in primis, ma di certo c’è che non è stato né traumatico né istantaneo: l’operaio non presentava lesioni. A essergli fatale sarebbe stata  esclusivamente la compressione, a causa dello schiacciamento, della gabbia toracica che non potendo espandersi normalmente gli impediva di respirare. «L’inchiesta dovrà non solo appurare se siano state rispettate tutte le misure e i piani di sicurezza nel cantiere, ma anche se l’operazione che stava compiendo l’operaio dovesse essere effettuata da un solo o da più addetti", spiega Studio3A-Valore, società specializzata nel risarcimento danni che sta seguendo il caso per conto di uno dei fratelli di Geloso. L’uomo, che lascia la moglie Maria, due sorelle e quatto fratelli, è descritto come "una persona tutta dedita alla sua casa, alla sua famiglia e al suo lavoro". Domani verranno celebrati i funerali, nel paese del Vercellese.  

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