MARIA RITA
Cronaca

Mondo virtuale: rischio contagio tra i nostri figli

Il film Blade Runner e il discorso finale del replicante mettono in guardia sull'uso non controllato della realtà virtuale, che rischia di deumanizzare l'umanità. È urgente agire per garantire legalità e rispetto nei mondi digitali, specialmente per i minori.

Mondo virtuale: rischio contagio tra i nostri figli

Il film Blade Runner e il discorso finale del replicante mettono in guardia sull'uso non controllato della realtà virtuale, che rischia di deumanizzare l'umanità. È urgente agire per garantire legalità e rispetto nei mondi digitali, specialmente per i minori.

Parsi

Blade Runner è un film di 42 anni fa, Matrix di 35 anni fa. In Blade Runner i “replicanti” costruiti dagli esseri umani ad immagine a loro immagine e somiglianza e dotati di I.A. (intelligenza artificiale) erano a tal punto diventati dominanti da poter e, perfino, voler sostituire, in tutto e per tutto , gli esseri umani. Per “schiavizzarli” al posto loro. Gli uomini - capita l’antifona - li “spegnevano“ tutti e si riprendevano l’umano essere se stessi senza la perfezione dell’algoritmo. L’ultimo dei replicanti, prima di essere spento dall’umano sopravvissuto, faceva un discorso di commiato sul quale oggi è opportuno - anzi, decisivo! - ritornare. "Ho visto cose che voi umani neppure potete immaginare ...". E tutto questo, ora, finirà in una “pioggia sporca”. Blade runner, appunto! E concludeva dicendo: "It’s time to die" ovvero "È tempo di morire!".

A chi indirizzare ora questo saluto se non ad un’umanità che rischia di fare la fine del replicante se non “addomesticherà”, imparando ad usare in modo virtuoso, la realtà virtuale nella quale noi tutti e, soprattutto, i nostri figli e nipoti che crescono, vivono immersi ed interconnessi? Già 24 anni fa, ovvero dal Duemila con “Chat Ti amo” (Giunti Editore) , nel 2009 con “L’immaginario prigioniero (Mondadori) e nel 2017 con “Generazione H” (Piemme Edizioni), collaborando con allievi, scrittori, colleghi, avevamo tentato di sottolineare il grave pericolo costituito da un uso del virtuale senza controllo e senza il rispetto di quelle regole che garantiscono nel mondo reale la legalità e il rispetto di diritti e doveri che sono alla base di ogni società che voglia definirsi civile, democratica, interetnica, interreligiosa. In tal senso, nel 2009,durante i corsi per i genitori sponsorizzati dalla Ferrero, avevamo stilato “La carta di Alba” nella quale segnalammo gli aspetti più pericolosi ed illegali del mondo virtuale. Perché correre, oggi, ai ripari dopo aver permesso che il contagio del mondo virtuale s’inserisse pervasivamente nella vita quotidiana di adulti ma, anzitutto e soprattutto, dei minori sin dalla primissima infanzia, costituisce un ritardo grave e difficilmente sanabile.