Boccia subito, e senza appello, la proposta del Municipio 1 di "limitare l’accesso all’Area C, permettendo l’ingresso in Area C solo ai residenti o ai mezzi di distribuzione in determinate fasce orarie" e coglie la palla al balzo per bacchettare il Partito democratico milanese sulla conquista del consenso in città, anche in vista delle future elezioni comunali. Il sindaco Giuseppe Sala ieri ha lanciato un messaggio ai suoi principali alleati nella guida del capoluogo lombardo, un messaggio che non si riferisce solo al tema della mobilità, ma va oltre, sembra riferito anche al nodo sicurezza e guarda alla prossima sfida per Palazzo Marino, nel 2027, quando Sala non potrà ricandidarsi e i dem dovranno scegliere un altro candidato o candidata sindaco.
"La proposta del Municipio 1 non è sul tavolo e non sarà sul tavolo", premette il primo cittadino, che subito dopo aggiunge: "Capisco che tutte le analisi e tutte le opinioni sono lecite, ma faccio due osservazioni. La prima: finché ci sono io come sindaco, una soluzione del genere non ci sarà. La seconda: dico alla mia parte politica di stare un attimo attenta. Il consenso va conquistato cercando di parlare a tutti, non solamente portando sempre le nostre opinioni personali. Io non vorrei mai essere il più intelligente dei perdenti. Non c’è gusto e si lascia il Paese in mano agli altri. Bisogna capire che una città come Milano va guidata con equilibrio, ovviamente senza negare le ragioni che ci fanno sentire persone di sinistra o di centrosinistra, però bisogna stare molto attenti".
Non è finita. "Mancano tre anni alle elezioni, è un periodo lunghissimo ma bisogna prepararsi e capire cosa vogliono i cittadini. Perché Milano è una città sempre molto equilibrata, anche un po’ conservatrice. Ma se si fanno le cose nel modo giusto poi la si guida anche a tante innovazioni che magari non era neanche immaginabili". Sala, manager prestato e conquistato dalla politica, consiglia dunque al Pd targato Elly Schlein di mantenere una visione politica, sì, ma di non abbandonare quel pragmatismo meneghino tanto apprezzato dai milanesi.
Una linea pragmatica da applicarsi non solo alla mobilità, ma anche ad altri nodi politici, ad esempio alla sicurezza: su questo fronte il numero uno di Palazzo Marino lunedì ha dato un segnale netto con la nomina come suo delegato a Sicurezza e Coesione sociale di Franco Gabrielli, ex capo della Polizia e della Protezione civile. Un altro tema caldo riguarda il contrasto alla malamovida. Anche su questo fronte, Sala, a metà settembre, ha annunciato una minisvolta con un’ordinanza più restrittiva sull’uso dei dehors in via Lecco e nelle strade limitrofe e in quel caso, parlando della nuova misura anti-caos che dovrebbe entrare in vigore tra qualche giorno, il sindaco ha bocciato le critiche del presidente della commissione Sicurezza del Comune Michele Albiani, anche lui del Pd ("Albiani faccia quel che vuole").
Insomma, il sindaco inizia a strigliare il Pd milanese per evitare guai peggiori in futuro, soprattutto alle prossime elezioni. Il messaggio è chiaro: basta con le fughe in avanti per semplice voglia di farsi notare, sì a un maggior raccordo politico tra Giunta e maggioranza in Comune e tra Palazzo Marino e Municipi.
I vertici milanesi e lombardi dei democratici – i neoeletti Alessandro Capelli e Silvia Roggiani – preferiscono non replicare a Sala, almeno per ora. Ma alcuni beninformati raccontato che ieri mattina, dopo la lettura dei giornali con i titoli su Area C solo per i residenti, il sindaco abbia chiamato Capelli e Roggiani per far sapere loro che così non va bene, che il Pd deve avere una linea più pragmatica e meno ideologica.