
Mirko Mora, il secondogenito dell’ex agente dei vip si è presentato negli uffici della stazione Garibaldi dei carabinieri per denunciare l'accaduto
Milano, 23 luglio 2023 – Il citofono e la porta d’ingresso presi a martellate. La telefonata anonima per rivendicare il raid e mettere pressione. La richiesta di 100mila euro e il collegamento con una precedente denuncia per estorsione.
Sono i contorni di una storia ancora tutta da chiarire che vede al centro della scena Lele Mora e il figlio Mirko. Venerdì mattina, il secondogenito dell’ex agente dei vip si è presentato negli uffici della stazione Garibaldi dei carabinieri per riferire che poco prima qualcuno aveva pesantemente danneggiato l’esterno dell’azienda pubblicitaria che guida, la Mediastar, prendendo di mira anche cartelloni e una parete esterna. Il blitz è andato in scena al quarto piano dello stabile al civico 9 di viale Monza, per anni quartier generale del padre, ai tempi in cui le più importanti stelle della tv italiana si facevano rappresentare dal manager poi coinvolto nel caso Ruby e condannato nel 2014 a 6 anni e un mese di reclusione per favoreggiamento della prostituzione, evasione fiscale e bancarotta della società Lm Management.
Mora junior ha aggiunto ai militari che poco dopo è arrivata una chiamata anonima al telefono fisso dello studio: una voce senza particolari inflessioni dialettali gli ha ordinato di pagare, aggiungendo "Siamo del clan Pellizzari, siamo i calabresi, stiamo arrivando". Una richiesta di soldi che l’uomo ha ricollegato a un episodio avvenuto meno di un mese fa. Sì, perché stando a quanto risulta al Giorno, lo scorso 6 luglio Lele Mora si è rivolto ai carabinieri di Villafranca di Verona, dove si è trasferito da qualche tempo, per denunciare un tentativo di estorsione da parte di un uomo residente a Milano, di cui avrebbe fornito anche le generalità, che avrebbe chiesto 100mila euro per non rendere pubblico il contenuto di non meglio precisate chat. Una vicenda molto intricata di cui ora dovranno occuparsi i carabinieri: il palazzo di viale Monza è sprovvisto di telecamere, ma quelle in strada potrebbero aver ripreso l’arrivo o la fuga di chi è entrato nell’edificio.
Non è la prima volta che il sessantottenne Dario Gabriele “Lele” Mora inciampa in vicende simili. Nel 2018, aveva accompagnato un amico ad acquistare casse di Dom Perignon e Cristal nel campo nomadi di via Chiesa Rossa, per un controvalore “scontato” di 40mila euro. Nel corso della trattativa in una roulotte, alcuni residenti dello storico insediamento nomadi avevano messo in scena un finto intervento della polizia ed esploso alcuni colpi in aria, generando caos e facendo sparire il denaro, per poi allontanare in malo modo Mora. Dopo aver scontato per intero la sua pena nella comunità Exodus di don Mazzi e aver affrontato un brutto male, l’ex agente dei vip ha scelto la provincia veneta come buen ritiro. La sua ultima apparizione in pubblico risale al 14 giugno, quando ha partecipato ai funerali di Stato in Duomo dell’ex premier Silvio Berlusconi.