Addio Expo: ora il sito si chiama Mind

Dal nuovo nome ai tempi dei cantieri: come e quando cambierà l’area

Saranno gli studenti di Politecnico, Iulm  e Belle Arti a sviluppare identità e  brand del sito

Saranno gli studenti di Politecnico, Iulm e Belle Arti a sviluppare identità e brand del sito

Milano, 27 marzo 2018 - «Distretto dell’Innovazione di Milano». Detto in inglese: «Milan Innovation District». Detto in breve: «Mind». Sta tutto in questo acronimo il nuovo nome dell’area Expo. Una svolta non solo formale: l’obiettivo è sviluppare e veicolare una nuova identità del sito per attrarre investimenti. Anche le università milanesi contribuiranno a forgiare il concept dell’area, a questo proposito Arexpo, società proprietaria dei terreni, ha avviato una collaborazione con Politecnico, Iulm e Accademia di Brera. «Mind è un nome evocativo che richiama Milano e il suo sistema territoriale, ma anche il sapere, la conoscenza e l’innovazione – spiega Giuseppe Bonomi, amministratore delegato della Spa –. Il nome serve a creare un luogo e anche una nuova identità. L’eredità di Expo ha creato un patrimonio di credibilità ma l’area è in fase di trasformazione per diventare qualcos’altro».

Come noto, c’è un piano di conversione da trasporre dalla carta millimetrata alla realtà. Il 10 maggio il Consiglio d’amministrazione di Arexpo formalizzerà la definitiva assegnazione a Lendlease della missione di sviluppare il masterplan. A quel punto toccherà alle Giunte dei due Comuni su quali si estendono i terreni (Milano e Rho) approvare il Piano Integrato di Intervento che consentirà di partire con i lavori. Tale approvazione è attesa per l’autunno, intorno ad ottobre 2018. Non occorre il passaggio in Consiglio comunale perché si considerano rispettati i dettami e i vincoli previsti dall’accordo di programma già approvato dalle assemblee di Milano e Rho nel 2011. Il piano di intervento si compone di funzioni pubbliche e funzioni private. Tra le prime rientrano il nuovo centro di ricerca “Human Technopole”, specializzato in tecnologie che migliorino la qualità della vita e riducano l’invasività delle cure mediche, il nuovo campus scientifico dell’Università Statale e il nuovo ospedale Galeazzi. Ieri è stata l’occasione per fare il punto anche su questo fronte. I cantieri per il polo ospedaliero (oltre al Galeazzi si trasferirà nel Mind anche la clinica Sant’Ambrogio) inizieranno a maggio e si concluderanno nel 2021. Un ospedale verticale, quello che prenderà forma sull’area: 16 piani più l’interrato per 150mila metri quadrati e 85 metri d’altezza. I posti letto saranno 589. Quindi il campus della Statale.

«L’obiettivo è completare i lavori per la fine del 2022 – fa sapere il rettore Gianluca Vago – in modo da iniziare e completare il trasloco nel 2023 – e inaugurare l’anno accademico 2023-2024 sul sito Expo». Una partita doppia, quella della Statale. Oltre al campus c’è il piano per evitare la desertificazione urbana di Città Studi, il quartiere attualmente occupato proprio dalle facoltà scientifiche che si trasferiranno nel Mind. Il primo step del piano è molto vicino, questione di mesi: «Questo ottobre libereremo la sede di Veterinaria, che si trasferirà a Lodi, e questo significa abbandonare metà del quadrilatero compreso tra le vie Celoria, Ponzio e Mangiagalli. A quel punto dovremo mettere a punto un piano di lavori in modo che l’edificio possa ospitare la nostra facoltà di Beni Culturali. Gli spazi di via Noto saranno messi sul mercato». Bonomi si dice infine convinto che il cambio di Governo non avrà ricadute negative sul post Expo: «Il modello Milano, con istituzioni anche di colori diversi che remano nella stessa direzione, ha già dimostrato di funzionare. E lo Human Technopole già in parte una realtà».

giambattista.anastasio@ilgiorno.net

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro