
Indagano i carabinieri
Milano - La vittima del pestaggio ha parlato di un tentativo di rapina. Le dichiarazioni di alcuni testimoni, però, sembrano far pensare più a una spedizione punitiva con un bersaglio preciso. Detto altrimenti: i due a volto coperto che hanno picchiato S.O., chiudendolo nel box di casa, non hanno colpito a casa per strappare una catenina, ma con ogni probabilità hanno messo in atto un raid per un motivo ben preciso.
Materia per un’indagine appena avviata dai carabinieri per far luce su quanto accaduto martedì pomeriggio in uno stabile di via Ippodromo a Milano, a due passi dallo stadio Meazza. Andiamo per ordine. Alle 17.10, il custode del condominio chiama il 112 e segnala alla centrale operativa di via Moscova che un residente del palazzo è bloccato all’interno di un garage sotterraneo. I militari del Nucleo Radiomobile arrivano nel giro di cinque minuti: ci sono già i sanitari di Areu che stanno prestando le prime cure al trentaseienne, che poi verrà accompagnato in codice giallo al pronto soccorso del San Carlo per i traumi provocati dal pestaggio. Prima di salire in ambulanza, S.O. riesce solo a dire agli investigatori dell’Arma che qualcuno ha provato a rubargli la collana d’oro.
I carabinieri raccolgono pure la testimonianza della compagna dell’uomo, che riferisce del passato turbolento del trentaseienne, aggiungendo però che da anni ha ripreso a rigare dritto lavorando nel bar di famiglia. In effetti, da un controllo nelle banche dati delle forze dell’ordine emergono precedenti di polizia per spaccio, resistenza a pubblico ufficiale, nonché il coinvolgimento nel 2022 in un’inchiesta su un giro di usura. I racconti di due condomini servono ad avere un identikit dei due uomini che avrebbero pestato S.O.: età compresa tra 25 e 35 anni, caschi integrali a coprirne i volti, guanti da palestra per non lasciare impronte.
E poi c’è un altro dettaglio non di poco conto, che pare indirizzare gli accertamenti in un’altra direzione. Sì, perché uno dei residenti ha riferito di aver contattato il 112 già alle 14.15 dopo aver notato due uomini su una Fiat 500 di colore grigio che era parcheggiata lì davanti dalla mattina. "Come se stessero aspettando qualcuno", la sua sensazione. Gli sconosciuti si sono allontanati pochi minuti dopo, per poi tornare in via Ippodromo attorno alle 16. Premesso che l’inchiesta è appena iniziata, l’ipotesi del raid punitivo per un motivo ancora da accertare non può non essere presa in considerazione dagli investigatori, non foss’altro che per le dichiarazioni dei condomini sui due uomini in appostamento nelle ore che hanno preceduto il momento dell’agguato.
Un aiuto potrebbe arrivare dall’analisi delle immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza installate nella zona: ce n’è una, ad esempio, che si trova posizionata proprio nell’edificio di fronte; potrebbe aver immortalato i movimenti dei presunti aggressori e fornire indicazioni utili a chi sta indagando sul misterioso blitz di martedì pomeriggio.