Milano, l’emporio cinese dato a fuoco in via Cantoni: identificato il piromane

Ha un nome l’uomo che ha scatenato l’incendio in cui sono morti tre ragazzi di 17, 18 e 24 anni, è lo stesso che li avrebbe minacciati per estorcergli del denaro

Lo showroom di via Cantoni andato a fuoco. Nel riquadro, l’identikit che circola nelle chat della comunità cinese

Lo showroom di via Cantoni andato a fuoco. Nel riquadro, l’identikit che circola nelle chat della comunità cinese

Milano, 24 settembre 2024 – L’incendiario dello showroom di via Cantoni a Milano ha un nome e un cognome, ma non è stato ancora rintracciato dagli investigatori. L’autore del rogo fatale per tre ragazzi di 17, 18 e 24 anni – il cui volto è molto somigliante a quello ritratto nell’identikit realizzato dalla comunità cinese e pubblicato ieri dal Giorno sarebbe lo stesso uomo che nelle ore immediatamente precedenti aveva minacciato i genitori del titolare del negozio di mobili, chiedendo loro la somma di 20mila euro probabilmente per conto terzi.

“I soldi o ti ammazzo”, la frase che la persona, descritta come nordafricana, ha pronunciato al cellulare per farla tradurre in mandarino da Google Translate. Stando a quanto emerso finora nell’indagine per strage condotta dai carabinieri del Nucleo investigativo, coordinati dal procuratore capo Marcello Viola e dal pm Luigi Luzi e guidati dal colonnello Antonio Coppola e dal tenente colonnello Fabio Rufino, nella notte tra l’11 e il 12 settembre, l’uomo con i capelli ricci e un filo di barba sulle guance ha intercettato sotto casa il quarantanovenne L.Y., padre del proprietario dello showroom, e gli ha intimato di consegnare il denaro. La mattina seguente, è toccato alla moglie quarantottenne Z.H. Nel tardo pomeriggio, L.Y. si è recato nella caserma della stazione Duomo per sporgere denuncia per tentata estorsione aggravata.

Alle 23, qualcuno ha appiccato il fuoco in via Cantoni: l’incendiario è salito sul tetto passando dalle impalcature di un cantiere edile e ha gettato liquido infiammabile da un lucernario, dando fuoco nella parte di capannone più vicina alla porta d’ingresso. Poi la fuga, ripresa dalle telecamere.