Milano – Dopo il caso del panino con dentro un bullone servito a bambino di quinta elementare e le polemiche che sono seguite, il presidente di Milano Ristorazione, Bernardo Notarangelo, ha deciso di dimettersi.
Travolto dalle polemiche
L’addio del numero uno della municipalizzata che fornisce i pasti a tutte le scuole pubbliche di Milano è già stato comunicato a Palazzo Marino e al consiglio d'amministrazione: arriva dopo 4 anni dalla nomina, a circa un anno dal rinnovo dell'incarico, e 2 anni prima della scadenza naturale.
“Il bullone non doveva esserci”
Per annunciare la sua decisione Notarangelo ha reso pubblica anche una lettera in cui spiega i motivi delle dimissioni, ad iniziare proprio dal panino con il bullone definito “un colpo al cuore”. “Al riguardo – dice nella lettera – ho subito disposto verifiche scrupolose, per accertare le responsabilità e renderne conto. Ma al tempo stesso ho pensato subito a quel bambino, a quella famiglia. Caro bambino, ho due figli meravigliosi, ormai grandi, che hanno frequentato come te le scuole pubbliche di Milano e mangiato i pasti di Milano Ristorazione. Quando ho appreso del panino ho pensato a te e ho pensato a loro. Le responsabilità saranno accertate, ma quella vite nel tuo panino non doveva esserci".
“Ottima qualità”
Notarangelo cerca anche di rassicurare le famiglie: “Vi dico che le materie prime che Milano Ristorazione acquista e impiega sono di ottima qualità. Le nostre attività sono altamente proceduralizzate, secondo elevati standard igienico-sanitari. Il personale viene formato e sa bene che l’azienda sulla qualità e sul rispetto delle procedure è molto rigorosa".
“A garanzia della qualità dei processi – spiega ancora Notarangelo – non solo continuiamo ad investire nei controlli interni, ma siamo quasi quotidianamente, e giustamente, oggetto di verifiche ispettive a sorpresa di Ats, Nas e dell'Unità di controllo del Comune".
Il saluto ai bambini
"Ho vissuto quasi quattro anni alla guida di Milano Ristorazione con una delega gestionale e operativa molto ampia, in assenza di un direttore generale”, continua l’ex presidente, che poi racconta i tentativi di migliorare il servizio attraverso il confronto “Vedere in refettorio le bambine e i bambini e parlare con loro nelle classi, ascoltandoli; parlare con presidi, insegnanti, genitori; parlare con i colleghi nelle cucine e in sede; cercare di imparare dagli errori e non sottrarsi alle critiche espresse con spirito costruttivo. Il miglioramento di processo a questo deve tendere: al sorriso, alla 'buona cosa'. Altrimenti rimane un'astrazione".
Il numero uno di Milano Ristorazione ha poi rivolto un saluto “alle bambine e ai bambini delle scuole di Milano: mi mancheranno le loro voci argentine in refettorio, che per qualcuno sono assordante rumore, ma per me in questi anni sono stati musica".
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