Milano, "La nostra ricetta per creare 80mila posti"

Massicci investimenti per edilizia popolare e scolastica trasporti e svolta digitale "Scongiuriamo una crisi nera"

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di Andrea Gianni

La premessa è una "crisi economica e sociale che si prospetta non breve e potenzialmente pericolosa anche per la tenuta democratica". Disoccupazione o forme di perdite salariali, secondo le stime della Cgil di Milano, interesseranno un lavoratore su dieci: nell’area milanese potrebbero essere almeno 400mila, tra cui più di 100mila disoccupati, in una città dove in 340mila guadagnano meno di 15mila euro all’anno. Numeri allarmanti che hanno spinto il sindacato a lanciare un appello a istituzioni e imprenditori per un “Piano per il lavoro“, anche in vista della partita sui fondi per la ripartenza. La piattaforma di proposte, che oggi verrà votata nel corso dell’assemblea alla presenza, tra gli altri, del segretario generale nazionale Maurizio Landini e del milanese Massimo Bonini, ha l’obiettivo di creare sul territorio 80mila nuovi posti di lavoro. Il documento parla di investimenti per "riqualificazione professionale", per "sostenere l’innovazione delle imprese", un piano di "assunzioni e qualificazione del lavoro pubblico". Poi interventi contro irregolarità, precariato e bassi salari, investimenti sulla sicurezza sul lavoro e infrastrutture: mobilità pubblica e sostenibile, edilizia, case popolari. Una città digitale con "officine territoriali del lavoro" per le tante persone destinate a rimanere in smart working.

Il sindacato stima, per ogni intervento, i benefici. Politiche per la casa e risanamento, ad esempio, porterebbero settemila nuovi posti di lavoro nel lungo periodo, quattromila nell’immediato. Altri 15mila posti da assunzioni e ristrutturazioni nelle scuole, 18mila nella sanità. Il totale fa 80mila, nel lungo periodo. Obiettivo ambizioso, da realizzare con massicci investimenti pubblici: "Il deciso dispiegamento di politiche espansive moltiplica le occasioni di ulteriore buona occupazione fino a generare il raddoppio dei posti di lavoro nel lungo periodo". "Noi proponiamo un piano d’interventi perché è quello che serve alle persone, alla città e all’area metropolitana", spiega Bonini. "Da parte del sindaco l’ascolto non è sufficiente – prosegue – un piano, con obiettivi e progetti, dovrà essere condiviso e formalizzato con le parti sociali prima che per Milano sia troppo tardi e che decidano Governo e Regioni sulle nostre teste".

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