Milano, in marcia per i diritti dei bimbi (e della Vivaio)

Alunni, ex studenti e genitori in corteo. Ma la caccia alla nuova sede non lascia tranquilli: "Tempi supplementari scaduti". Lettera a Sala

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Milano - "Scuola Vivaio, noi ci siamo": lo urlano in coro ragazzi, ex alunni e genitori, in marcia per i diritti di tutti i bambini, dalla scuola media a Palazzo Marino. Ma la storica marching band di via Vivaldi - che torna ad animare il centro dopo lo stop causa pandemia - quest’anno ha un sapore diverso. "Non per i ragazzi – premette la preside Laura Lucia Corradini, con la scritta colorata “Kids“ in fronte –, loro devono restare sereni, è questa la priorità. Da settembre preparano questa bellissima iniziativa. Certo noi adulti la viviamo diversamente quest’anno, abbiamo l’amaro in bocca. Ma è un problema che va gestito tra adulti". Il problema si chiama "contratto in scadenza il 31 dicembre" (il Comune finora ha pagato l’affitto all’Istituto dei Ciechi) e trasloco in vista. Per norma e contenimento spese, va vagliato tutto il patrimonio di proprietà prima di pagare locali a terzi. E in tal caso bisogna bussare all’Agenzia delle Entrate per capire se il canone richiesto (in questo caso 750mila euro all’anno) sia congruo.

"Ma in questi ultimi 12 anni non sono stati fatti sforzi per trovare soluzioni, si affronta la situazione come fosse emergenziale quando poteva essere costruita insieme per tempo. A settembre eravamo già ai supplementari, un’alternativa non si improvvisa in sei mesi", ricorda la dirigente scolastica. Oggi ci sarà l’open day in via Vivaio. "E non sappiamo ancora quale sarà il suo indirizzo, il suo nome, il suo destino", alza gli occhi al cielo un papà. "La vicesindaco Anna Scavuzzo parla di una “rosa“ di alternative, a noi è giunta voce solo della scuola Montessori di via Milazzo, ma è piccola per le nostre esigenze (e c’è un contenzioso legale in corso, ndr) – scuote la testa la vicepreside Daniela Villa –. Siamo in via Vivaio da 49 anni, la nostra è la storia di una scuola per ciechi che si apre agli altri. Qui c’è la sua identità. Spostarla è come tirare via il Duomo da piazza del Duomo. Ci dicono che la nostra autonomia non è in discussione, abbiamo le 40 ore settimanali, le materie per ciechi, l’insegnamento musicale, un’offerta unica, che difenderemo".

In marcia c’è anche chi si è trasferito a Milano da fuori regione proprio per la scuola di via Vivaio, come Verbena Lips, che oggi è presidente dell’associazione genitori: "Abitavamo in Liguria, in prima elementare un maestro ci ha detto di trovare competenze migliori per mio figlio – racconta –. Ci siamo guardati intorno e abbiamo cercato l’eccellenza, soprattutto per le scuole medie, una tappa delicata. E l’eccellenza si chiama Vivaio, è inclusiva ed è pubblica: un’esperienza da esportare, non da chiudere. Speriamo che non sia l’ultima marcia, quest’anno è ancora più bella". Tutti i bimbi hanno cerchietti con le lucine in testa, mascherine colorate firmate Vivaio, cantano “Imagine" in piazza della Scala. Il "problema" resta fuori dal coro. Ma alla fine della marcia, due bambini consegnano una lettera a Palazzo Marino, scritta di pugno: "Caro sindaco, abbiamo preparato un Cd con una canzone composta, scritta suonata e cantata da noi. Abbiamo pensato che forse manca un Cd tra le lettere dei bambini che lei conserva nella sua scatola speciale del futuro". Un messaggio tra le righe, firmato dagli alunni della scuola media statale per ciechi Vivaio.

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