
di Nicola Palma
In tanti lo ripetono ai colleghi di scrivania nei momenti di difficoltà: "Non ce la faccio più, mi sta venendo la gastrite a forza di lavorare qui...". Un maresciallo del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Milano ha fatto di più: 5 anni fa, si scopre ora da una sentenza della Corte dei Conti, ha presentato la domanda di riconoscimento della dipendenza da causa di servizio di due patologie di cui soffre: gastrite erosiva ulcerosa e duodenite emorragica. L’obiettivo: vedersi riconosciuta in futuro la pensione privilegiata ordinaria, che prevede un surplus per chi ha riportato lesioni o infermità durante gli anni in divisa. Il militare è stato visitato qualche mese dopo dalla Commissione medica ospedaliera, che ha poi inviato il referto al Comitato di verifica. Risultato: stop alla richiesta, in quanto "su tale infermità l’attività espletata dall’interessato non può essere ritenuta idonea ad agire in senso causale o concausale, efficiente e determinante perché non caratterizzata da specifici, gravosi e prolungati disagi di carattere ambientale o stressogeno". Fuori dal burocratese: la gastrite non c’entra nulla con le mansioni svolte dal maresciallo, nel frattempo diventato brigadiere. Il diniego è stato ribadito un anno dopo, a seguito del riesame della pratica sollecitato dal Comando generale delle Fiamme Gialle.
A quel punto, il militare si è rivolto alla Corte dei Conti. Per il giudice Massimo Chirieleison, come si legge nelle motivazioni depositate qualche giorno fa, il Comitato di verifica ha agito correttamente, procedendo anche "a nuova e scrupolosa disamina di tutto il fascicolo amministrativo e sanitario ritrasmesso dall’amministrazione di appartenenza" del finanziere. E ancora: "La mera coincidenza cronologica tra servizio e malattia – si legge nel verdetto – non è sufficiente a integrare una prova presuntiva (semplice) della dipendenza della malattia dal servizio". Quindi, "anche se l’infermità lamentata è insorta nel corso del servizio, ciò non è sufficiente a integrare la prova della dipendenza in questione, non essendovi nella materia in esame presunzioni legali o semplici che lo consentano". Non è la prima volta che un dipendente pubblico affetto da gastrite cronica si rivolge alla giustizia. Nel 2018, ad esempio, la Cassazione aveva accolto il ricorso di un funzionario del Ministero dei Trasporti che imputava la sua gastrite ai continui viaggi di lavoro e ai pasti frugali consumati fuori di casa. In primo grado, il Tribunale di Milano aveva riconosciuto il danno biologico e disposto sia l’equo indennizzo che il risarcimento del danno biologico, ma in Appello i giudici avevano parzialmente riformato la sentenza, eliminando il risarcimento. La Suprema Corte ha disposto un nuovo giudizio. La causa è ancora in corso.