Milano, donna aggredita in casa. Scambio di persona: il fermato è un 29enne statunitense

Inizialmente scambiato per un 23enne irregolare del Gambia, è stato ora identificato grazie ai documenti trovati nell’abitazione. E’ accusato di tentata rapina, tentata violenza sessuale e lesioni

Aggressione a sfondo sessuale

Aggressione a sfondo sessuale

Milano – Era stato identificato come un 23enne irregolare originario del Gambia, senza fissa dimora, e invece l'uomo che ha aggredito due giorni fa una donna di 44 anni nella sua abitazione, tentando anche di abusare di lei, è un cittadino statunitense di 29 anni che in quel momento non aveva i documenti addosso, ritrovati stamani nell'abitazione.

È quanto emerge dall'ordinanza del gip di Milano Daniela Cardamone, che oggi ha convalidato l'arresto dei carabinieri e disposto la custodia cautelare in carcere per il giovane, confermando le accuse di tentata rapina, tentata violenza sessuale e lesioni contestate dal pm Paolo Filippini. Secondo il legale del 29enne, l'avvocato Giorgio Ballabio, l'uomo ha problemi psichiatrici. 

Sarebbe stato lui, che non aveva i documenti addosso, a fornire un nome che ha portato all'identificazione errata. Va "preliminarmente evidenziato”, scrive il gip nell'ordinanza, che stamani è “stato trasmesso il verbale di sommarie informazioni” del marito della vittima, che ha trovato i documenti dell'uomo in casa. Documenti che “hanno consentito di accertare le sue esatte generalità”. 

Così il 29enne, come si legge nell'ordinanza, ha raccontato di essere entrato nell'abitazione della donna: “Sono entrato in un edificio, perché cercavo la stazione ferroviaria, non ero né ubriaco, né altro. Ricordo di essere entrato in un edificio mentre stavo camminando (...) Sono salito perché pensavo fosse la stazione dei treni”. E ancora: “Non ricordo di aver aggredito nessuno, ricordo invece di essere stato io attaccato, ma non saprei dire se da un uomo o da una donna (...) Ricordo di aver aperto una porta, di essere entrato e di essere stato aggredito all'interno dell'edificio (...) Ho agito per difesa, perché sono stato aggredito, ma non so dire se da

un uomo o da una donna”.

Questi altri passaggi del suo confuso racconto: "Dovevo prendere il treno per andare a Venezia, ho il biglietto di ritorno da Venezia a New York, perché dovevo rientrare al mio Paese di origine”. Ha raccontato che prima era stato a un matrimonio a Roma. A quanto risulta, poi, stando anche al suo difensore, due giorni fa il padre dagli Usa si era messo in contatto con il consolato perché non aveva più notizie del figlio. Agli inquirenti e agli investigatori, fino a stamattina, quando sono stati trovati i documenti, risultava essere un irregolare, dato il nome che lui stesso aveva fornito.

Ora è probabile che nel procedimento sarà effettuata una perizia psichiatrica. Per il momento tutte le accuse, compresa la tentata violenza sessuale, sono state riconosciute dal giudice e il giovane resta dunque in carcere.

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